venerdì 20 dicembre 2019

Il Bimbo d'Oro

Rimini secondo Il Sole è 17a per qualità della vita classifiche che lasciano il tempo che trovano pagelle fondate su studi affidati a società esterne che fanno un'indagine sommaria e raffazzonata che hanno mero valore indicativo appena appena che chiunque potrebbe stilare se guarda i tg e legge i giornali pressapoco produce classifiche simili. Ma non è di questo che voglio parlare a me sta sui coglioni immensamente questa cosa sottaciuta che il Bimbo d'Oro abbia diviso in maniera netta la città in due sezioni: una di serie A e una di serie B. Quella di serie A è quella dove l'Arconte bazzica, dove ha il suo ufficio, dove il fratello possiede ristorante, dove la sinistra locale sedicente ha preso casa e investito quattrini. Quella di serie B è quella di levante ossia da Piazza Tre Martiri verso l'arco, che è diventata il backstage, il retrobottega dell'altra dove tutto strizza l'occhio alla bella vita, quasi al luxury, teatro, caffé, arredi pubblici pregiati poi via verso il ponte, un cazzo di ponte che se fosse venuto giù durante la guerra ci avrebbe risparmiato tante grane di viabilità e tanti quattrini. Un ponte attorno al quale per ragioni incomprensibili, imperscrutabili, inspiegabili è diventato il Protetto e nel cuore del Caudillo locale che muove il sol e l'altre stelle. Tutto si è concentrato lì: Rocca-Borgo San Giuliano-Piazza Cavour, di là lammerda: non c'è un cazzo di niente e non si è investito, solo, visti oggi, poveri ambulanti con mutande da 1 euro: un affare, che portano un po' di gente ma attenzione disturbano anche il commercio. Anche Chicchi (ex sindaco) mi pare che ivi abita si sia lamentato di questo... manicheismo del Lucumone di Rimini. E come ripeto questa cosa mi fa tremendamente incazzare perché il Cesare ha diviso la città in modo netto, spendendo milioni da una parte e zero dall'altra con la chimera, pensate quanto naif possa essere un assessore parole sue (alla Cultura) di diventare "stiamo diventando" una città d'arte ma 'sti cazzi! Ma anche Porto Marghera se ci butti centinaia di milioni diventa "d'arte"! Comunque: il Tiranno di Rimini (nell'accezione meno comune del vocabolo) dopo anni che spende e spande attorno al Borgo, attorno al ponte, Rocca, Teatro per i locali confindustriali che sono i veri sponsor occulti dell'operazione Com'era dov'era, l'Alcalde è riuscito nell'intento prima il simbolo di Rimini erano arco e ponte ora in ogni cazzo di foto c'è il Borgo, c'è il ponte stop. Di là èmmerda, non ha mosso una pietra esercizi ormai tutti chiusi solo miserabili ambulanti che vendono merci miserabili, poca gente; di là una cascata di luce. La chicca finale: una cosa demenziale portare alla luce una porta, lo "stipite", un arco a sesto acuto medievale assolutamente insignificante che fin da bambino ho visto interrato e non mi è mai fottuto un cacchio certo non ci avrei speso quella cifra se tutti fanno così altro che Grecia diventa l'Italia e per la modica cifra di 500.000 se bastano solo perché si trova in zona borgo. 
 Nemo Pascale