martedì 31 dicembre 2019

Il Metromare dei Debiti

Ormai le elezioni regionali si avvicinano con passo spedito. Tutte le diocesi ed ogni parrocchia emiliano-romagnola sono impegnate nella campagna elettorale a favore di Bonaccini contro il golpe nazional-populista di quel birbaccione di Salvini che, comunque, rimane il più amato dagli italiani e non solo. Non manca occasione che i “Bertino” di turno friggano “gabbini” di sardine da dispensare al popolo gaudente assieme ai “santini” dei candidati del PD ritratti belli e sorridenti mentre distribuiscono pacche sulle spalle, minestre a gratis e una miriade di mini-assegni e contributi alla folta selva di associazioni e cooperative di supporto, di cui il “Niassi regime” è pieno. Ormai i poveri “Grillini”, relegati a presidiare freddi e disadorni “gazebo”, sono indirizzati da “mamma bagnina” Sensoli, ex consigliere regionale (con la probabile promessa di un assessorato), a votare Bonaccini, il migliore “fico del bigoncio”, riconoscibile per gli occhi a forma di Ray-Ban, la magliettina e la giacchetta nera tipo Mission Impossible, la barbetta impenitente che piace tanto alle nonne e alle donne emiliano-romagnole e i manifesti stradali dai colori leghisti verde speranza (forse perché si vergogna di fregiarsi del glorioso simbolo PD di Bibbiano?) La locomotiva della propaganda piddina, fatta di incarichi e presidenze, viaggia a tutto vapore come Lara del dottor Zivago sulla slitta… alla faccia dei poveri lavoratori che debbono ringraziare di portare a casa stipendi o pensioni da fame… ma dite qualcosa di sinistra ogni tanto ecchecacchioooo! Ma se per “sfiga” un po’ di sabbia entrasse negli ingranaggi ben oliati e collaudati da più di 70 anni di regime, dapprima social-comunista (fino alla caduta del muro di Berlino) e poi frutto dell’inciucione tra il partitone, la congrega catto-comunista e i ciellini, e saltasse questo equilibrio, allora bisognerebbe dire addio al solito comitato d’affari, cioè a quelli che con un sorriso beffardo e canzonatorio ti fanno capire che “t’an è da romp e caz” che il potere ed i soldi sono cosa loro e che il loro elettorato, anche se li menano, li votano lo stesso. Allora si aprirebbero dei cassetti e qualche scatola di sardine… e si sentirebbe una tal puzza da far rabbrividire. Sarebbero urla e stridore di denti così forti che non basterebbe un buon calmante, somministrato con il tubone sottomarino di “basta merda in mare” a lenire il dolore e molti sarebbero costretti, per la prima volta nella loro vita, ad andare a lavorare ... magari con il metromare dei debiti. 
Don Camillo