lunedì 3 agosto 2020

C'era la Scuola

Una volta, i consiglieri comunali, dovevano superare la prova della lettura e scrittura. Oggi devi avere un amico in più, se tifi Gnassi puoi prendere anche il Rimini. Prologo brevissimo per addentrarmi, con difficoltà, stante la velocità dei banchi, nel caos Azzolina. I grillini sono riusciti ad offrire una ministra peggiore di Toninelli, forse alla pari con Bonafede. Quello della giustizia palamara è sparito come i mafiosi scarcerati. Ha compiuto la sua opera, adesso ci vuole il silenzio che i due giornaletti d'accompagno regalano. C'è sempre Salvini per un insulto. La scuola sarebbe cosa seria come il futuro di figli e nipoti. Lo abbiamo ipotecato con il debito e per onorarlo faremo testamenti rapidi. Qualcuno ha ascoltato, per almeno un minuto, le sconclusionate frasi che la ministra è in grado di comporre, spesso una dopo l'altra? Il corpo docente, in gran parte, appartiene ai garantiti dal Pd, non è però una scusa accettabile per ridurre così la scuola. Eppure all'inizio, terrorizzati dalla pandemia, abbiamo consentito quella farsa scolastica chiamata smart working. I migliori interpreti sono stati studenti e famiglie. La presunta (molto) ministra è andata nel pallone, segnale dell'origine e provenienza politica e didattica. E' odioso infierire ma per fingere l'esercizio ministeriale, l'abbiamo pagata profumatamente. Si fosse fermata al grado di esperta, si sarebbe mescolata con i Burioni e l'altra maghetta delle previsioni, mezza attrice, poi sparita. Dichiarazioni fuori luogo, idee strampalate sugli ultimi giorni di lezione, esami di maturità e banchi del futuro. L'aspetto positivo è che la scuola è ritornata come argomento centrale, galleggiava da anni senza infamia e perfino qualche lode. La sera di domenica 23 febbraio, quando governo ed enti locali decisero la sospensione delle lezioni nelle scuole lombarde, venete e di altre scuole a seguito dell’individuazione dei primi focolai di covid-19 a Codogno, è iniziata la fine. Inizialmente, la chiusura venne disposta fino alla domenica successiva, questo per fare capire a Repubblica chi ha fatto i primi danni mortali. La chiusura pareva a molti, se non tutti, in quel momento un provvedimento perfino esagerato. Una settimana dopo, eravamo nella tragedia, nonostante spritz ed aperitivi sui Navigli. Non sono reati da accertare. Il Ministero capì (?) che la cosa era grave ed ordinava ai dirigenti scolastici delle scuole coinvolte di attivare “modalità di didattica a distanza”. Le linee guida per la “DaD” furono diffuse dal Miur il successivo 17 marzo, quando la chiusura era ormai stata estesa alle scuole di tutta Italia. Un piccolo gioiello della burocrazia applicata ai banchi non ancora rotellati. Suggeriva di sviluppare la didattica a distanza in autonomia e con responsabilità, utilizzando tutte le risorse (?) a disposizione e promettendone di nuove. Si preoccuparono principalmente di offrire una copertura giuridica precisa. Scuole e dirigenti sarebbero stati al riparo da contestazioni ed eventuali ricorsi. Con il senno di poi la misura fu corretta. Lasciare a casa 10 milioni di persone è stato un aiuto prezioso per non aumentare pericoli. I docenti sono stati pagati come fosse estate anticipata. Pensate cosa sarebbe successo se professori e maestri avessero partite iva? La decisione ha preservato le famiglie nelle quali bambini, ragazzi e adolescenti sarebbero quotidianamente ritornati dopo essere stati a contatto con potenziali fonti di contagio. Le statistiche dicono però, senza troppa enfasi, per non sminuire una delle poche misure azzeccate, che bambini e ragazzi non sono stati i "migranti" che infettano il paese. Pur non credendo nella correttezza delle bufale propinate a comando, rimane la fortuna che il virus sia stato Immune o quasi per i ragazzi. Come ha reagito la scuola dell'Azzolina? Come sempre. Fornendo ottime ed impegnate interpretazioni delle modalità e nello stesso tempo le solite scandalose ma tollerate sindacalmente, negligenze, assenze ed incompetenze. La didattica a distanza ha gravato quasi interamente sulle famiglie, impedendo le attività lavorative dei genitori. I sindacati al guinzaglio erano contenti che gli assistiti venissero pagati anche nei casi frequenti di assenza od incapacità. La grancassa poi definiva la situazione emergenziale, in alcuni casi comica, come l'istruzione del futuro. Il resto lo ha fatto l'Azzolina, con plexiglas, banchi con il carburatore, insufficienza di prove. Non è finita, sembra debba ricominciare alla metà di settembre. Cosa ci dobbiamo augurare?