giovedì 6 agosto 2020

L'Uomo Invisibile del Rimini FC

L’UOMO INVISIBILE del RIMINI FC – (Forlì-Cesena?)
La telenovela più lunga della storia calcistica riminese ha molti aspetti che ai più paiono semplici, invece non lo sono. Dietro a questa ennesima soap opera c’è sicuramente “L?UOMO INVISIBILE”, chi è questo personaggio? Ad onore di logica bisogna sottolineare che a maggio 2021 dovrebbero svolgersi le elezioni per il rinnovo del sindaco di Rimini e nell’Arengo non vogliono sicuramente una situazione che potrebbe mettere in grave difficoltà l’amministrazione. Quindi una gestione di passaggio farebbe molto bene ai sostenitori del Metro Mare e del Parco del mare. Anche l’affaire Mariani sembra sia servito come operazione di distrazione di massa e l’avvento “felino” di Rota ne è la dimostrazione lampante. Anche le trattative col gruppo Paesani sembrano farsesche e davvero illogiche. Fai una trattativa difficile e complessa, ti alzi dal “Tavolo DIVINO” con una stretta di mano ed il giorno dopo arriva l’ordine di dire NO. Chi è che tira i fili del teatrino? La risposta sembra semplice anche se non lo è! Il puparo è senz’altro qualcuno che sa muovere i fili e sa nascondere la mano. Un altro calcio è possibile? Certo che è possibile con la gestione dello stadio, con un progetto concreto per i campi della Gaiofana e con la possibilità di acquisire risorse dento e fuori dalla città. Ma a qualcuno questo non va bene perché vogliono tenere (come fa il Governo) tutti sotto scacco. Tutti relegati o detenuti in casa. Quindi l’uomo invisibile di chi si è servito per il suo progetto? Le pedine della scacchiera sono note, evidenti e lampanti. Qualcuno si è prestato a sinistra ed al centro a rompere il giochino ed a rincollarlo alla bene e meglio. Troppo era il terrore che una cordata locale potesse “animare” il popolo biancorosso e portalo via dall’influenza abituale. Per dirla in parole povere il Gruppo Paesani garantiva un budget di 1 milione e 600 mila lilleri in trance. 800 mila + il resto se si fosse restati in serie C. E questo ha impaurito il “puparo” dell’operazione, non Rota e neppure Grassi, ma il terzo uomo che c’è, ma non c’è, e che sicuramente ha promesso “aiutini” a questa società che assomiglia molto al governo giallo/rosso fatto di autentici dilettanti allo sbaraglio. Il caos volutamente gestito dall’alto ha prodotto il topolino, un topolino che il prossimo anno sarà divorato da un “gattaccio” selvatico. Il tutto però servirà a poco. Anche in D il Rimini affronterà un campionato non d’Élite ma di ordinaria follia. Ora guardiamo avanti, aspettiamo le esternazioni di Paesani che ci auguriamo siano precise e documentate e visionate da più di un legale, affinché si sappia in maniera trasparente come si sono sviluppate le cose. Nel frattempo, nella società biancorossa, sono iniziate le fughe di notizie verso questo o quell’addetto ai lavori che fa parte organica del complotto. Due bacini qua, due bacini là ed il gioco è fatto. Speriamo solo che non nasca un Rimini divino annacquato con eau de fogne!.
Roberto Gabellini