Toccare i balneari è come toccare la corrente elettrica 380. Lo sa bene l’ex
Principe Niasso e gli amici del PD che da sempre hanno incassato la
benevolenza elettorale dei bagnini anche di quelli battezzati col nome di
Benito. E’ la politica del do ut des: di fronte al portafoglio di notte tutti i gatti
sono bigi e l’ideologia si perde nella nebbia dell’interesse personale.
Gli uni incassano i voti (e non solo), gli altri i soldini a fronte di canoni risibili.
Si dice che la concorrenza si deve comunque muovere in una cornice di
regole. Questo principio fu disatteso dal Kompagno Bersani, il quale
introdusse la liberalizzazione selvaggia. Doveva servire a far decollare
l’italietta legata (secondo lui e i suoi sponsor) all’immobilismo della piccola
impresa a favore dei grandi gruppi e delle cooperative, cosa che poi avvenne. Il centro/destra si limitò ad imprecare e sbraitare, per poi accomodarsi su
comode poltrone di Enti partecipati (in salsa nostrana vedi la Fiera, il Caar, la
Camera di Commercio, Banche e compagnia cantante). Iniziò così il declino
delle piccole partite iva, stritolate dall’arrembaggio dei centri commerciali,
dalle varianti Ikea e Conad e si perpetrò la svendita delle aziende pubbliche
comprese quelle dei settori strategici, sotto lo sguardo benevolo di Prodi,
Monti e Draghi, messi in Europa per non fare gli interessi del loro paese
natale. W il libero mercato… W la libera concorrenza… si urlava a pieni
polmoni nei salotti buoni delle TV, sui giornaloni, nelle segreterie dei partiti e
dei sindacati di categoria. E' arrivata l’ora che la libera concorrenza pesti
la sabbia nostrana. Non possiamo sobbarcarci ancora collettivamente le
“multe comunitarie per il mancato rispetto della direttiva Bolkestein sulle aree
demaniali”. Se qualcuno ha delle rivendicazioni da fare, bisogna che si
rivolga al Principe (ex), al suo Partito ed al sistema che lo ha sostenuto. E’ la
regola delle bevute. Quando si comincia a bere queste devono essere pari…
altrimenti c’è chi si sbronza e va in bambola e chi ti frega facendo il furbo.NB. Il caro bollette e quello alimentare non interesserà i parlamentari e gli
amministratori, i quali per fronteggiare il periodo di grave crisi, mentre
chiedono agli italiani di pazientare e di tirare la cinghia (senza mascherina,
ma solo all’aperto), si sono raddoppiati appannaggi e stipendi.
Don Camillo