venerdì 4 febbraio 2022

Il Fronte di Riccione

Ho sospeso la lettura del Carlino, potendo godere del Festival di Sanremo. La Sagra della propaganda piddina. Un servizio (?) pubblico pagato, obbligatoriamente, assieme alla corrente elettrica, sembra appaltato al Nazareno. Ti rivolgi con qualche timida speranza a Mediaset, ma ritorni a Rai 3, come male minore. E' vero, come ha detto qualcuno, che Sanremo è lo specchio malefico del paese. Messi male in attesa del peggio. Si sta aprendo il Fronte di Riccione. La debole linea gotica del centrodestra viene assalita congiuntamente da due divisioni giornalistiche, con l'aiuto dei mercenari del blog. Difficile la resistenza elettorale per i patrioti. Hanno gli infiltrati che all'occorrenza diventano cavalli, non solo troie. La propaganda piddina è partita all'attacco. I toni sono i soliti: curialismo spicciolo e Piccari all'ìngrosso. Ci sono, in attesa di un ingaggio, anche i suggeritori di professione. Vengono sempre dalle stesse fucine della politica di mezzo. Società con gestioni eterne, diventano anche immobiliari. Questure che si trasformano in supermercati, ormai più numerosi dei clienti. Un parcheggio è un tesoro o reperto. Il sindaco di Riccione è diventato il bersaglio del momento. Viene difesa solo dalla Lega che a sua volta è il nemico ricercato perfino in Russia. I Fratellini della Meloni devono ancora decidere il da farsi. Nonno Gioenzo, pur commissariato, imperversa nell'archeologia riminese. Apparentemente sembra un revival, ognuno dei candidati si presenta con una previsione che, come accadde a Paesani, racconta quello che spera il committente. Il risultato lo determinano gli assenti, più dei pochi partecipanti al voto. E' tornata anche la Vescovi, una coreografia gradita, attorniata dai professionisti del social accanimento. Il segretario (?) accanto sembrava Santi quando parlava Melucci. Un giudizio che posso dare, munito di una solida esperienza, è che Riccione è stata amministrata e salvata nel periodo più buio della democrazia partecipata. Sindaco e giunta sono stati gli unici baluardi. Rimini è precipitata nei bassifondi di ogni classifica, non pagata. Stranamente risale nel calcio, più in basso era impossibile. Segnale importante nel mercato delle eccellenze. Ho letto il commento di Alberto Arcangeli segretario piddino e vescoviano che segue l'offensiva strada indicata dal maestro dell'ironia a comando.“Neanche la bocciatura dell’emendamento con cui i deputati Elena Raffaelli e Jacopo Morrone hanno cercato l’opportunità di un (eventuale) terzo mandato per Renata Tosi è stata sufficiente per arrestare l’irrefrenabile sete di poltrone della Lega di Riccione. Avete capito? Hanno tentato di candidare per la terza volta la Renata Tosi. A Rimini, fuori gioco per i troppi abitanti sbarcati negli ultimi anni, hanno usato una strategia diversa. Corri sul bagnasciuga con Gnassi e diventi almeno sindaco. Così vincerebbe, facilmente, Caldari e non sarebbe male. 
PS Avete mai pensato, menti fervide, che la dichiarazione del sindaco Tosi, non fosse un messaggio rincuorante la folta platea di imprenditori che a Riccione rischiano volentieri? Ve lo spiegherà, nei prossimi giorni, il concittadino Barnabè. 
Foto: Il Mercato ancora Coperto è quello di Rimini. 
massimo lugaresi