giovedì 21 aprile 2022

Ha vinto, solo un pò

Le guerre ed il calcio devono sempre proclamare un vincitore, ma il pareggio dei danni e morti non è ammesso. La "strana" guerra in Ucraina voluta dai due patrocinatori, accertata l'impossibiltà di giocarsela l'uno contro l'altro, per noi Occidentali è di diffficile comprensione. Le ragioni inconfessabili vengono oscurate e Mad Putin viene descritto come il tiranno pazzo, sempre tiroideo. Malattia tipica degli Zar. Un territorio, tra i più grandi in Europa, deve essere conquistato, non usando bombardamenti a tappeto che causerebbero milioni di morti ma farebbero terminare per estinzione la guerra. Sembra vi sia un accordo tra i contendenti. La Russia non può invadere ed occupare manu militari una nazione tra le più estese. Secondo i trattati firmati dalle due potenze "nemiche", l'Ucraina doveva rimanere fuori dall'Europa, quindi dalla Nato. Poteva essere materia di scambio, consegnando senza spargimenti di sangue, le terre contestate. Il Papa e la Germania avevano suggerito la trattativa. Però Draghi ha telefonato a Putin con Gigino come interprete. Nel mondo scoppiano settimanalmente focolai di guerre locali e perfino tribali. Sono riprese anche le solite "scaramucce" nella Spianata delle Moschee quelle che consentivano a Gnassi di innalzare la bandiera della Palestina, sgradita però a Zelensky. Le guerre di D'Alema hanno portato eccidi e genocidi, con stupri balcanici, sempre di gruppo. Eppure erano a fin di pace. Gli americani e la compagnia della Nato sono stati in Irak per anni con migliaia di morti per arrivare alla comica conclusione che Saddam Hussein non aveva armi di distruzione di massa. In Siria l'intervento dei russi, dopo mesi di inconcludenza americana, ha "cancellato" il terrorismo. Credo che la propaganda democratica abbia "studiato" da tempo lo scenario e le modalità da fare trapelare. La regia non è roba da Cinecittà di Veltroni, questa sceneggiatura è da Oscar, anche per la migliore interpretazione. La storia di Zelensky è già da Netflix. Pagheremo caro ma non pagheremo tutti. Noi siamo, giustamente, i più penalizzati. Per anni non dovrà fare caldo in estate ne gelare in inverno. Le temperature le impone Draghi per decreto. Però (finalmente) potremo ammirare a poche miglia dalla costa, qualche centinaio di graziose pale. L'impensabile connubio eolico tra Melucci ed Affronte avrà il premio "Senza Vento". Tutti zitti gli ambientalisti con l'elmetto. Dato che sono già a dieci miglia dalla costa, riattivano anche i perforatori dell'Adriatico. Però andiamo al mare in bici.
massimo lugaresi