giovedì 2 marzo 2023

Ingaggiati

La trasformazione di Linkiesta da ombrellone radical chic, a portavoce della Nato è stata rapidissima. Più arduo definirsi il megafono di Biden, tra una caduta e l'altra dall'Air Force One o le fughe da Afghanistan e Siria. Occorre dire che l'atlantismo del blog alla Capalbio era già al di sopra di ogni sospetto. La stranezza (non molta) è che si proclama anche fan del Pd, in particolare della segretaria Schlein. Questo per dire quanto sia complessa la residua sinistra all'italiana. La Meloni, per antiche ragioni di appartenenza politica, deve emendare il passato, cosa mai chiesta ai compagni. La furbissima ed inarrestabile casalinga, si inginocchia con Zelensky verso l'occidente senza tappetino, creando pruriti nei gazebo per la rinascita con i generi mescolati.
 Un guazzabuglio orripilante se aggiungiamo anche la fisionomia dei grillini, collocati dentro ai loro peggiori nemici di ieri. Il festival della coerenza. Per ascoltare qualche verità inoppugnabile c'è Berlusconi, non dico Salvini, putiniano da sempre. La Cina si è fatta portavoce di un proposta di pace. Il Papa ha smesso, visto il successo delle sue parole. La guerra continua. Biden si ricandida. L'unica novità è la Elly che batte Bonaccini, nonostante i voti di Gnassi. Stiamo già godendo il Nuovo Pd, nella versione aggressiva. Hanno lanciato anche la (nuova) moda Franceschini.
massimo lugaresi