martedì 2 novembre 2010

Un Rigore

Il disastro Riminese s'avverte guardando la prospettiva politica, i candidati veri o presunti, destra e sinistra vengono recepiti dai cittadini come negativi a prescindere. Nel voto provinciale, inserendo i Grillini nella Protesta, ha votato una scarsa metà dei riminesi, destinata a scendere in aprile, nonostante la maggiore spinta delle comunali. I due schieramenti, divisi al loro interno in mille rivoli, rappresentano ciascuno un 20% degli elettori potenziali, il consenso di un riminese su cinque. Se questi sono i numeri, il problema non è chi vince, ma come governerà una città piena di macerie vecchie e nuove, con scelte importanti da disegnare che richiederebbero una larga condivisione. Tutto si giocherà rubando il vitale 1% all'avversario, anche comperando piccole famiglie socialiste, spuntano come i funghi di gobbi candidati inventati a cene giornalistiche, disegnini, ponti, laghetti, seminari, ponzi pilati. Siamo stati i primi a denunciare la palude consociativa riminese, nella quale gli errori tragici di chi governa da quasi sempre vengono perdonati ed assolti dalla minoranza/maggioranza di soccorso. Non c'è solo la politica nel calderone consociativo ma anche finanza, professioni, sindacato perfino sociale e volontariato. I fatti confermano l'ipotesi peggiore, il futuro dovrebbe essere rappresentato da una cultura salottiera, notturna, preparata in sartoria, cinema, gossip e piadine farcite. Debolezza ed insipienza albergano nei due schieramenti, oltre ad un intollerabile tasso di litigiosità, avendo bruciato nelle passate campagne elettorale la legna migliore si trovano d'accordo nel cercare un Papa straniero, attenti solo ad evitare corsie ospedaliere, Maurizio Focchi ha corso il rischio di farsi eleggere per chiamata, era diventato un santino da esibire, facendo scongiuri che accettasse. Siamo sicuri che sarebbe riuscito nella disperata impresa di Salvare la Città, qualche titolo etico lo possiede, il contorno sarebbe stato sempre quello del Potere Riminese, che non entra mai in competizioni elettorali, si cooptano, fanno Fondazione. Non siamo innamorati della Lega, abbiamo avuto di meglio, rimangono però l'ultima speranza, non sono contaminati, ancora, dove governano lo fanno seriamente ed onestamente, usano strumenti e modalità organizzative mutuate dalla  migliore esperienza comunista, il rapporto con l'elettore è marcatura stretta, con qualche concessione verbale che serve per marchiare meglio la differenza. A Rimini veleggeranno al 15%, Moretti, Lombardi, Ravaglioli e...Renzi se vogliono il pass per Palazzo Garampi devono trovare un accordo e chiudere da subito gli inciuci pericolanti. Una figura come quella sul Palas a Verona non sarebbe successa, attenzione i rigori a porta vuota non capitano in tutte le elezioni.