giovedì 5 settembre 2019

Il Governo del Colle

Prologo: Nel 1947 l'Assemblea Costituente approvò a larghissima maggioranza la nuova costituzione. La Sinistra si adoperò per inserire nella legge fondamentale il principio per cui "la sovranità appartiene al popolo", oltre ad una serie di garanzie sul lavoro e salute, mai applicate. I latifondi però vennero aboliti. In cambio venne garantito agli operai il partecipare agli utili e direzione delle imprese. I democristiani ottennero la cosa più importante, prima delle Ong: la convalida del concordato mussoliniano, privilegi speciali per il clero, subito operanti e l'eliminazione di ogni possibilità divorzista. I comunisti, in attesa di diventare piddini, votarono a favore di questo testo..illiberale. Per ringraziarli De Gasperi "obbedendo" anche allora ai voleri americani cacciò i compagni dal tempio del governo. La costituzione disegnò anche la nuova figura del Capo dello Stato. Mandato settennale, eletto dalle due camere in seduta congiunta. Dopo le amare esperienza del passato decisero di "spogliare" il ruolo presidenziale di poteri effettivi. Divenne una carica essenzialmente rappresentativa ed onorifica. Arriviamo al Colle di oggi. Nel retroscena di Palazzo la spartizione (sofferta) viene indicata così: la giustizia ai 5 stelle di Travaglio. l'economia a Macron, la cultura ai metoo, per la salute si spera, difesa e pubblica istruzione sono inutili ministeri. Agli esteri un bibitaio estratto a sorte. Sembra che esistano i cosiddetti pareri preventivi. Tradotto nel linguaggio corrente caro ai due dioscuri giornalistici, decide il Presidente. Paolo Savona venne declassato a piccolo temporale. La Qualunque dirigerà (?) un governo scelto in altre autorevoli sedi. Qualcuno insiste ancora, usando il breviario di diritto costituzionale, che tutto è regolare. Lo vedremo. Toninelli?
m.lugaresi