venerdì 17 giugno 2022

Così Impara

Era scontato che i risultati elettorali dei Fratelli d'Italia mettessero in allarme le sirene del Pd. Repubblica ha aperto il fuoco contro Giorgia Meloni come ha fatto, prontamente, la "democratica" conduttrice dei programmi senza confronto. Lilli Gruber è inarrivabile ma inguardabile. L'articolo del quotidiano fondato da Scalfari ed affossato dai lettori, ha usato toni squallidi iniziando dalla "presenza" della prossima premier eletta. Non viene votata per i tacchi a spillo, ma per coerenza e difesa degli italiani. Repubblica la definisce ne troppo bella ne (troppo) brutta. Siamo nel berlusconismo sfacciato. Interpreta fedelmente le caratteristiche della destra verace che il fallimento grillino andrà a rimpolpare. Devono attrezzare meglio la crescita troppo veloce dei consensi. Il libro: Io sono Giorgia, esprime il personaggio. Quali sono le doti di Letta? Avere esaurito i segretari precedenti? Credo che le stigmate e la dura espressione siano qualità vincenti. Ha scalato rapidamente la vetta politica, portando il partito dal quasi anonimato, all'uscita dal ghetto imposto dalla propaganda democratica fino agli ultimi scalini di Palazzo Ghigi. La scampagnata di Draghi con i colleghi atlantici, per motivi esclusivamente elettorali è stata disgustosa. Nessuno si ribella? Zelensky è un problema, anzi il problema. Biden lo ha già dimenticato, lasciando palla e cannoni nelle mani europee. Inviamo ancora armi per prolungare una guerra persa? Volete la pace incitando l'ingresso in Europa di Ucraina e Lettonia? Candidata prima ministra e prima donna della storia della Repubblica italiana. Sarà dura per le vallette del genere democratico. Non troppo bella, e neppure brutta, una donna qualsiasi, che arriva dove Repubblica rumina bile. Donna, madre, italiana e cristiana. Al Papa, migliore politico in circolazione, però occorre perdonare l'ultima battuta sui giovani che devono arrivare vergini al matrimonio. Per paura non si sposano più.
PS Complimenti alla sindaca Angelini, la risposta alle penose polemiche ed insulti democratici, è stata ammirevole. 
massimo lugaresi