giovedì 31 marzo 2011

I Redditi della Politica

Leggendo i giornali, sembra che oggi un politico che non incassi almeno 100 mila euro ci rimetta, se invece è riciclato ed impiegato in una delle decine di aziende pubbliche collegate, il guadagno aumenta a 150. Il sospetto che i matti siamo stati noi ad abbandonare questo Ben di Dio e Melucci, diventa tragica certezza  dopo avere letto i cognomi degli ultimi beneficiati. La distanza con la realtà aumenta paurosamente, dotarsi di un Sindaco, dalla nascita testimonial naturale di questa agiata condizione è il meritato destino di una Città, dopo avere perso tutti i primati e le posizioni di prestigio detenute. Sembra che la vittoria di Nud e Crud sia certa, nel giro che conta, vergognandosi di dirlo, ammettono la mancanza d'alternative e che l'altra parte giochi per perdere, difficile dare torto a questa amara verità. Sarebbe sufficiente che qualcuno per semplice curiosità comparasse redditi e cespiti immobiliari di alcuni protagonisti scelti a caso, dall'inizio carriera con gli attuali, verrebbero fuori delle piacevoli novità rispetto alla vita dei precari e senza lavoro ormai maggioranza, la sinistra è diventata la paladina della quarta casa e terza macchina con camper allegato. I privilegiati a Rimini non sono due/tre, ma trecento/quattrocento, la punta dell'iceberg che sottintende un mondo ai più sconosciuto, ruotante attorno a loro, basta leggere la pubblicità che riversano sui giornali schierati per necessità finanziarie e politiche. Se qualcuno non crede a questi numeri ricordiamo che non esiste solo Comune e dintorni, ma con la debita percentuale occorre considerare Provincia, Regione, Stato e perfino l'Europa. Ex municipalizzate, banche, sanità, assistenza, scuola, formazione, incarichi, consulenze, ditte fornitrici di appalti e lavori, supermercati che mostrano sempre lo stesso marchio, sono i rifugi dei privilegiati. I movimenti/partiti che si oppongono, emettono baccano da piazza, arrivati in Consiglio si trasformano in silenti ed inutili figurine, non conoscono l'arte dell'amministrare, tanto meno il territorio, il Vate ne mangia uno a colazione, riservando l'altro per la frugale cena, quando Casadei eletto con voti oppositori, dopo avere votato Ikea, Bilancio e Piano Strutturale proclama sui manifesti che la Città è offesa, dipinge finalmente una verità. Le Liste diventano occasione per una veloce apparizione, qualche titolo, con il solito cattolico curiale a presiederle per dimostrare quale sia il comune denominatore che corre lungo i partiti. La vediamo brutta, la situazione economica è agghiacciante, perfino Bonini si è specializzato nel meno, albergatori toccatevi, è brutto segno.