martedì 8 marzo 2011

Wikileaks

Uno dei milioni di file rubati è dedicato alla Lega o meglio al successo ottenuto in Veneto. Copiamo ed incolliamo alcuni pezzi illuminanti sulle ragioni della vittoria dell'unico partito di massa come viene definito dagli americani pronti a concedere patenti xenofobe senza vergognarsi di una situazione in molti stati degna degli antichi schiavisti. Repubblica e l'Espresso sostituti di Unità e Rinascita riportano senza grande pubblicità l'analisi della situazione al Nord, gli americani al solito non capiscono un cazzo di quello che avviene fuori dal loro controllo.
Capitolo Bossi.
La Lega deborda, gli stessi uomini del Partito democratico riconoscono che il Carroccio "è il re" incontrastato della comunicazione ed è irraggiungibile sul territorio. Di più, al Nord sono le camicie verdi ad avere raccolto l'eredità organizzativa ed elettorale del Pci, costruendo il mito del buon governo con l'attivismo della sua propaganda e l'accessibilità dei suoi dirigenti, sempre pronti ad incontrare gli elettori. Una situazione che preoccupa non poco la diplomazia statunitense che in vista delle regionali dello scorso anno ha studiato da vicino il partito di Bossi. Non solo per la sua ostilità alle missioni militari care a Washington, ma anche perché il crescente peso dei padani sulla coalizione di governo potrebbe comportare l'affermarsi di una politica sempre più anti-immigrati e xenofoba. È il quadro che emerge dalla lettura dei cablogrammi riservati ottenuti da WikiLeaks che L'Espresso continua a pubblicare in esclusiva italiana con le anticipazioni di Repubblica.
IL PD: LA LEGA CI RUBA LE RIFORME
È il 17 febbraio 2010, manca poco più 
di un mese alle amministrative e il console generale di Milano, Carol Z. Perez, per studiare da vicino il fenomeno leghista va in Veneto. Data per scontata la futura vittoria del padano Luca Zaia, chiede ai massimi dirigenti del Pd locale di spiegarle il segreto del successo leghista. Una domanda da un milione di dollari che sta a cuore all'alleato a stelle e strisce, visto che i risultati delle regionali - scriverà la Perez nel file poi inviato a Washington - "possono cambiare il bilanciamento dei poteri tra Lega e Pdl" a livello nazionale. Ovvero al governo. Così parla con i protagonisti di quella che ritiene una "opposizione debole e disorganizzata". Un dirigente dei democratici veneti ammette che il suo partito "non è capace di articolare una piattaforma e soffre la mancanza di organizzazione". La Perez constata che il problema non è la qualità degli amministratori del Pd, sensazione che le viene confermata da un dirigente del partito di Verona. "Non siamo stati in grado di comunicare i successi dei nostri sindaci e di trasformarli in voti. Il partito ha anche fallito nello spiegare se stesso ai cittadini". Tanto che, confida, la Lega si è potuta impossessare anche del cavallo di battaglia democratico, ovvero le riforme. Pure guardando al futuro i democratici sono pessimisti, consapevoli che la Lega si sta impossessando dei "giovani elettori". Conclude la console: "Il Pd ha fallito nel mantenere la struttura del Pci o della Dc e dopo una serie di fallimenti a livello nazionale e regionale non riesce nemmeno a mettere nuove radici". Insomma, la Lega ha in mano il Veneto e il resto del Nord "grazie alla presenza sul territorio e di una retorica a volte rozza". E alla strategia di Bossi, che è riuscito ad affiancare la battaglia per il federalismo a "sicurezza e protezione dalle minacce esterne, associando l'aumento dell'immigrazione con il crimine, la disoccupazione e un generale degrado dell'identità culturale". Tutti temi che, a quanto risulta da un cablogramma già pubblicato, per gli americani sono solo propaganda slegata dalla realtà dei fatti. Ma tant'è, grazie a questa retorica bollata come "xenofoba" il Carroccio riesce ad allargare la sua storica base elettorale, i piccoli imprenditori, a quella della sinistra: "I lavoratori". Una logica che "l'opposizione rifiuta", anche contestando l'efficacia delle misure estreme proposte dalla Lega. Anche se gli stessi democratici confessano che "sulla sicurezza i leghisti sono i re" della comunicazione. Sconsolato un uomo del Pd di Treviso racconta che nonostante il vero tema sia l'insicurezza economica, la Lega ha imposto (e fatto fruttare) il tema della sicurezza fisica, "che è più facile da spiegare agli elettori".
Eredi del PD

Insomma, per gli americani "la Lega in Veneto "pesca pesantemente dalla vecchia tradizione comunista" ed è "l'unico partito di massa". Il segreto è il territorio. Ma alla Perez non sfugge che "la reputazione leghista di amministrare bene" comuni e province, in realtà nasce da altro, ovvero dalla "accessibilità e visibilità" dei suoi uomini. Un esempio? "La Lega si espande grazie a numerosi e accessibili uffici di partito" sempre  aperti. E ancora, "sindaci e consiglieri sono sempre in giro, parlano con la gente e mantengono i rapporti personali", "grazie alla forte presenza politica catturano il voto dei giovani". Il tutto mentre il Pd dal territorio è fisicamente assente. 
Capitolo Rimini
Un File dedicato a Rimini lo inventiamo noi. La Lega ha un candidato nuovo, non compromesso, espressione della società civile, perchè Pidiellini non seguite le indicazioni della sondaggista del Cavaliere e lo appoggiate lealmente? La melina che avete instaurato da tre mesi ha stancato elettorato e la parte maggioritaria della Città che chiede una rivoluzione, staccatevi dai Piloni del Palas