giovedì 17 marzo 2011

Unità

Non è bello infierire contro qualcuno sia juventino o pidiellino, le due situazioni assomigliano, non allargo l'orizzonte, mi fermo a quello di casa. Abbiamo contato quattro viaggi romani, sette bolognesi, ventuno riunioni del direttivo riminese per ritornare nel classico gioco dell'oca civica, alla casella di partenza chiamata Gioenzo. L'unico rimedio sembra il Cavaliere, appena riesce a districarsi dall'abbraccio delle 32 ospiti, troppe anche per peni più attrezzati, verrà chiamato a risolvere il caso psico-politico chiamato Rimini. Il Medico giusto è nelle mani della Lega, i nostri Azzurri sono riusciti a fare apparire dei fenomeni i democrat che hanno scelto la strada delle primarie pur correndo il rischio di lasciare sul campo il candidato più debole della storia politica riminese. Il resto dell'opera lo affidano alla vera maggioranza, in attesa di un prossimo recupero di credibilità con un robusto cambio del gruppo dirigente. Sono stati bravissimi a perdere due volte, la terza sembra ancora più facile. Non facciamo commenti sulla sceneggiata consiliare, una specialità della casa quando l'odore dei mattoni diventa irresistibile, la maitre a penser comunale ha provveduto a cassare quasi tutte le preghiere chiamate emendamenti, quando il Partito del Cavaliere si rivolge alla magistratura è sintomo che sono alla frutta, senza candidati.