martedì 22 marzo 2011

Peace

Nelle passeggiate con la nipotina, non abbiamo ancora intravisto una bandiera arcobaleno pacifista, mentre sui balconi dell'apparato democrat e case del fascio trasformate in residence, sventolano bandiere festeggianti l'unità d'italia e l'inizio dei bombardamenti tricolori. Sono passati appena 8 anni dall'inizio della guerra in Irak, solo Gino Strada, qualche francescano e Bossi hanno sollevato obiezioni sull'intervento, Napolitano ha inserito il bombardamento tra i decreti buoni e giusti, poteva il Cavaliere rifiutare? Non lo ha fatto, si è subito acconciato, troppi peccati da perdonare ed una lista di nuovi ministri e sottosegretari Responsabili in attesa del benestare. Un errore pesante nell'immediato, tragico nel futuro prossimo, con uno scambio di ruoli tra destra e sinistra da futuro e libertà. Non riusciamo a scorgere differenze culturali, sociali, tra i due dittatori, se la ferocia fosse stata il metro di paragone, Hussein avrebbe stravinto, con l'aggravante che in Libia avevamo intrecciato con azione bipartisan, affari miliardari per le nostre imprese, alla Francia andranno gas e petrolio, a noi immigrati a frotte. Con Saddam non c'era niente da difendere, siamo arrivati come comparse volontarie, rimaniamo impantanati nella guerra petrolifera anglo-americana, mentre la ricerca di Bin Laden è sconfinata nelle pagine ridicole della storia, accompagnata dal sangue di militari e civili con i talebani padroni del territorio. Il Ministro Maroni da mesi lancia messaggi sulla probabile, ormai certa, invasione di profughi volontari od indotti, il centrista Casini afferma correttamente che in termini numerici non sono molti, i lampedusani che qualche voto glielo riservano, come tutto il Sud, ringraziano, per la prima volta i clandestini superano gli abitanti, mentre si stanno attrezzando tendopoli che nessuno vuole. La scelta del dittatore da ammazzare la prossima volta a chi tocca? Questa è stata tutta Pd ed alleati.