mercoledì 23 marzo 2011

Ricordo

La nostra denuncia su come si amministra la Città è partita da alcune primitive sensazioni maturate all'interno di un sistema di potere costruito su tasselli trasformati in mattoni portanti. La partenza della coppia Ravaioli&Melucci è stata perfino entusiasmante, sembravano nati per compensarsi, il tanto che uno non possedeva veniva integrato dal troppo dell'altro, coppia splendida come Lavezzi & Cavani del cinepanettonaro. Siamo stati per troppo tempo nel sistema di comando per non sapere che i nostri articoli non avrebbero sortito alcun effetto, sono andati avanti a colpi di Varianti superando la cifra scandalosa delle 80 senza nessun risvolto o ripercussione, a gestione invertita politicamente od in altra località, il copione non avrebbe seguito questo tranquillo andazzo. Alcune di queste superano largamente il confine molto pericoloso tra l'interesse pubblico che deve marchiare ogni iniziativa di questa natura e la privata necessità. Le prime adottate avevano caratteristiche di vera pubblica utilità, servirono per completare opere del regime chicchiano, citiamo solo Fiera e Darsena, impostate od ereditate in maniera tale da non partire se non variate. Dovevano essere le uniche, per iniziare il cammino del Piano Strutturale come recitava la Legge Regionale, siamo nel 2001 con Ravaioli rieletto grazie ad un enorme e sperperato valore aggiunto. Non siamo mai riusciti a capire cosa sia scattato nella mente di Melucci, cosa lo abbia spinto ad un'inversione radicale di rotta e comportamento. Nessuno in quello che allora poteva definirsi ancora un partito volle prendere sul serio gli allarmi scritti, orali, pubblici, privati, forse per debolezza, incapacità o paura, non bastano come alibi le presenze di personaggi di conclamata mediocrità a dirigere il Partito di Rimini e Bologna, oggi sono peggio. L'unica convinzione assolutoria è che avesse vinto il Potere Cittadino, composto da diverse componenti, alcune con notevole forza economica e curiale, altre intrise di piccolo cabotaggio elettorale, il Centro risiedeva nel Cda della Fiera, un condensato cencelliano, con Cagnoni magnifico dispensatore. I consigli elettivi sono stati spogliati delle prerogative, un vezzo dannoso cominciato con Chicchi, che però possedeva forza e capacità per essere ancora croupier della politica, le carte le dava lui. Abbiamo atteso che qualcuno ci aiutasse nel compito, non certo un giornalista riminese, la vocazione al martirio appartiene ad altre religioni, chi ci ha provato gira ancora per le Voci della Romagna, gli altri non ci pensano, si adattano al ruolo di Megafoni della Casa. Siamo stati tacciati di essere matti, inaffidabili, turbabili con molte e motivate ragioni, abbandonare posti ambitissimi che potevano essere mercanteggiati con altri migliori è segnale di pazzia o  conclamata stupidità, la cosa più disturbante è che la diagnosi ufficiale è stata prontamente trascritta nel referto del partito, non vedevano l'ora di mettere Bellocchi&Agosta a fare i capogruppo in successione. Le cose sono andate decisamente meglio, la Città ha avuto finalmente uno sviluppo ordinato, corretto, impetuoso, tutti i segnali statistici lo confermano, siamo la capitale del turismo in fuga. Stabilita la pazzia e concessa la possibilità di non crederci, sapevamo fin dall'inizio della nostra avventura che il quadro di potere consolidato, sarebbe rimasto inalterato, non avevamo previsto che si rafforzasse con l'ingresso ufficiale della minoranza. Le nostre punture di spillo quotidiane, arrecano prurito a quelli che comandano più di prima, quando la Carim il venti di ogni mese li bonifica riescono a disinfettare le coscienze, hanno ragione loro, siamo stati dei matti, non è servito a niente, Nud e Crud vincerà, a meno che..