lunedì 14 aprile 2014

Il Cancelliere: una coincidenza facilmente spiegabile.

Ci scrive il Cancelliere una interessantissima previsione su quel che potrà accadere nelle prossime settimane. Non avendone mai sbagliata una, la pubblichiamo pur comprendendone, per il lettore non specialista, la difficoltà. Ecco cosa ci scrive: ieri 13 aprile si è verificata la non casuale coincidenza nei due più importanti scacchieri su cui si combatte la guerra russo-americana (più alleati europei): l’Ucraina e la Siria. In Ucraina sono entrate nel territorio a maggioranza russofona le truppe del Ministero degli Interni ucraino. In realtà, dopo che, qualche giorno fa, le prime unità inviate avevano disertato in massa, questa volta sono state mandate le cosiddette Guardie Nazionali provenienti dalle zone della Galizia con la direzione e l’aiuto di alcune centinaia di “specialisti”, o, “consiglieri” americani della Greystone. I quali, ormai, sono i veri padroni di quello che resta o diventeranno le forze militari ucraino-galiziane. Da ieri pomeriggio gli elicotteri sorvolano e (pare) sparino sulle città “ribelli”, prima tra tutte Sloviansk. E’chiaro che a Washington si è deciso di passare il Rubicone e arrivare a uno scontro diretto con i russi, posti a poche decine di chilometri dal confine. Oltreché ovviamente con i russo-ucraini che, stando alle parole della Julia Tymoshenko di qualche giorno fa, devono essere “sterminati”. La coincidenza è che nella stessa giornata tutti i media occidentali hanno lanciato la notizia di un attacco chimico in Siria. Ovviamente attribuito ad Assad. Nonostante la figuraccia dell’anno scorso dove si è capito benissimo chi aveva attaccato con i gas (gli insorti islamisti e i turchi) oggi ci si riprova. La spiegazione è semplice: con la guerra ormai non dichiarata, ma di fatto esistente ai confini ucraini, diventa indispensabile trovare il rifornimento di gas per l’Europa nel prossimo inverno. Nell’arco dei prossimi due o tre anni ci si è resi conto che tutte le balle sullo shale gas resteranno tali. Non solo per il costo esorbitante ma anche perché manca totalmente la logistica per fare arrivare dagli Stati Uniti i rifornimenti alternativi. Non si tratta solo, come si legge sulla nostra stampa di incompetenti, della mancanza di navi gasiere ma, soprattutto, dell’organizzazione di migliaia di convogli ferroviari che tutti i giorni dovrebbero portare su e giù per l’Europa, dai porti verso l’interno, il miracoloso e costoso gas di scisto made in U.S.A.. Quindi l’unica alternativa vera e auspicabile è quella di conquistare la Siria e possibilmente entro maggio accaparrarsi i porti di Tartus e Latakia ai quali congiungere i gasdotti sauditi e degli Emirati che ora si fermano nelle zone controllate dai Jihadisti. Questo “lavoro” per arrivare in tempo utile deve essere iniziato, al più tardi, alla fine di maggio e, considerate le molte e imprevedibili variabili, potrebbe salvare l’Europa occidentale dal freddo nel quale si è cacciata sotto la guida illuminata dei polacchi veri padroni della politica estera di quell’accozzaglia di ex stati denominata, non si sa bene perché: Unione europea. Unione europea che la Victoria Nuland, nel dicembre scorso, parlando al telefono con i nuovi capi ucraini, aveva (in un certo senso giustamente) definito “merda”. Il Cancelliere