giovedì 17 aprile 2014

Naso in Sù

Al primo vero esame, nella tornata di nomine nelle controllate pubbliche, Fonzie e Governo si comportano da ripetenti incalliti. Il manuale Cencelli, rimane ancora l'unico testo per la democristianeria occupante il vecchio e malandato partito della sinistra.  Dov’è la novità? Dove sono le scelte sorprendenti promesse dal premier? La discontinuità è rappresentata dal filotto di donne neanche velinate che da alcuni decenni occupano posti pubblici? All'Eni, Enel, Poste e Terna, intanto, da sempre comandano gli Ad rappresentati dai peggiori boiardi di stato. Prima di dimenticarmi, volevo riportare la battuta di D'Alema in versione giustizialista, che ricorda al Banana, suo vecchio compagno bicameralista, che solo i poveri vanno in prigione. Penati per fortuna non appartiene alla categoria. La pantomima del Cavaliere che dovrà scontare una intera ..settimana ai servizi sociali è davvero scandalosa. Intanto gli hanno permesso, prima, di incontrare Fonzie e farsi garantire ancora l'appoggio al governo. I censori di Repubblica hanno abbozzato, era un compito sociale anche quello. Se davvero si vogliono promuovere meriti e talenti “rosa”, com’è giusto e naturale che sia, si deve continuare con la strada delle..Boschi, sembra davvero la più convincente. La Marcegaglia il meglio di se l'ha già dato chiudendo un'altra sua impresa. Si è passati al pieno stile gnassiano, dal bieco maschilismo, alle quote rosa ornamentali. Però le vignette ed i post di Grillo offendono. Viva le donne.  Non c’erano altre manager, imprenditrici o professioniste più meritevoli delle solite note? Non pensate alla Giunta di Rimini, siamo nel fonziano, però almeno non parlano. La Emma è riuscita a spaccare Confindustria, perfino il giornale 24 H è messo come le veline riminesi. La Todini invece ha venduto la sua azienda, è entrata nella Rai in quota Berlusconi, giustamente viene premiata dal suo mentore prima di dedicarsi alle vecchiette che non lo vogliono vedere. Te la do io l’Europa” ha fatto sold out a Catania, Milano, Bologna e Padova. Il format dello spettacolo si ripete identico, con qualche concessione al territorio e all’attualità: dall’Expo milanese al tanko di cartapesta in Veneto. Ma il gran finale è Roma, come un anno fa, con l’adunata ben augurante di piazza San Giovanni. Il ritrovo è al Palalottomatica, culla di concerti ed eventi sportivi. Feste di popolo a cinque stelle. Un Grillo delle grandi occasioni, annusa il vento che questa volta gira a tramontana per i Palazzi anche europei. E' cambiato davvero anche lui, non più l'adorabile cazzeggiatore della politica fusa con impegno sociale e inchiesta. Il palco è diventato la sede del MoVimento, i cittadini sono i discepoli nelle città da conquistare per governare. Un capo politico che rappresenta, al momento, solo nove milioni di persone.