lunedì 17 settembre 2018

Difficile Rimozione??

Avventurarsi nel tema della "Difficile e Facile Rimozione" riferito al Demanio Marittimo, dovrebbe, prima, indurre a chiarire quali sono le caratteristiche per classificare un manufatto come rimovibile. La legge, anche a Rimini, le individua nell'ipotetica possibilità che il manufatto sia smontato e rimontato, senza apporto di materiali aggiuntivi, tranne stuccature e bulloneria. Nel caso sia un monoblocco, è considerato di facile rimozione se trasportabile con mezzi ordinari. Questo è il principio. Esistono  migliaia di sentenze che lo hanno messo in discussione, poi sono arrivate le circolari ministeriali che hanno reso meno chiare le definizioni, introducendo ambigui concetti sullo sgombero. Hanno rovinato ed annullato nella sostanza l'originaria impostazione. Il legislatore aveva posto paletti ferrei sul demanio marittimo, nel presupposto che "quelli" con caratteristiche di difficile rimozione venivano incamerati dallo Stato. Regolamentati da contratti di concessione pluriennali, ossia di durata, indicativamente, tra i 15 e i 50 anni, per dar modo al concessionario di ammortizzare l'investimento. Ovviamente nell'incertezza che si è creata, solo le grandi opere, come ad esempio la darsena, hanno seguito la strada originaria, il resto è diventato tutto e l'incontrario. Per lo sfortunato concessionario, cui veniva decretata, a posteriori, la difficile rimozione, la soluzione più semplice era accettare l'acquisizione dallo Stato. Poi invece di affittare un sito, concedeva il suo ex manufatto, cosa considerata di poca importanza, avendo canoni "leggermente" più alti. L'importanza della facile e difficile rimozione torna in auge quando sulle concessioni che occupano manufatti dello Stato, vengono applicati canoni assurdi. Molto spesso 20 volte superiori a quelli che occupano il terreno demaniale, essendo il manufatto sopra realizzato di loro proprietà. Uso il termine "assurdo" perchè se chiedi ad una "squadra" di periti una valutazione, tutti affermerebbero che il valore del sito è di gran lunga superiore a quello degli immobili. Quindi chi ha sito e manufatto in affitto, al massimo dovrebbe pagare il doppio. Ogni onere del manufatto statale rimane a carico del concessionario. Questa è la questione che andrebbe risolta, dando per defunta l'ormai ingestibile discussione sulla facile e difficile rimozione. Per soddisfare le norme antisismiche, tutti i manufatti diventerebbero di difficile rimozione. Uso un esempio tra quelli che il Carlino non cita. Chi ha avuto il piacere di seguire i lavori della stupenda Toilette degli Sposi sulla Palata, avrà notato anche una platea di fondazione con uno spessore di mezzo metro. Nessuno ha sollevato la leguleia domanda se quella concessione fosse corredata da un atto pluriennale, abbagliati dalla bellezza e necessità dell'intervento. Per dirla alla riminese c'è da osservare che l'esistente in gran parte è mondezza. Meglio lasciarla ai concessionari per evitare demolizioni e smaltimento.