martedì 4 settembre 2018

In quel di Misano

In quel di Misano, un altro puntino sulla costa adriatica, purtroppo non collegato a Friburgo, in questi anni ha amministrato un personaggio proveniente dalle file del PPI, in realtà di origini socialiste. Non va dimenticato, infatti, che il sig. Giannini Sindaco è figlio di antichi accordi intercorsi tra i cattolici impegnati in politica (che trovarono all’epoca di tangentopoli approdo nel PPI) e la parte progressista più avveduta (che aveva intuito che, in tal modo, si sarebbe arrestata l’emorragia di consensi elettorali a quel tempo molto forte). Possiamo quindi dire che Giannini sia un personaggio di scarso se non nullo peso politico al di fuori del suo Comunello e che la nomina a segretario non sia null’altro che il frutto di tale contaminazione. Ora dobbiamo chiederci se di fronte allo sfascio elettorale del PD sia più dannoso un Giannini con tali caratteristiche oppure il sedicente principe dei borghi, particolarmente affezionato a quello di S. Giuliano, per le sfide elettorali che attendono prossimamente la sinistra. A noi, giovani attivisti di una vera e reale politica democratica, viene da pensare che siano da rottamare entrambi, il primo a causa di una certa propensione alla cementificazione di ogni lotto del suo Comune, ancor meglio se in spregio a qualsiasi politica urbanistica di coordinamento sovracomunale (per ultima la discussione sul nuovo ipermercato), il secondo perché artefice di ogni genere di scempio paesaggistico (es. parco della cava), archeologico e scenografico e perché villanamente orientato a dirottare e impegnare cospicui finanziamenti pubblici in quella che è la zona di suo più grande interesse, cioè il “suo borgo di Tiberio”, il più ricordato, celebrato e pubblicizzato su radio, stampa e tv locali e nazionali, dove prendono vita veri mostri storici e culturali che lo portano ad affermare che lì era il “Porto antico” (e badate bene nessuno, nemmeno un umile maestro elementare ha l’ardire di dirgli che non è vero). Si mormora che la prossima trovata sarà che a monte del ponte esisteva la baia della Tortuga con capitan Jack Sparrow e i “compagni” della costa. Un vero genio della propaganda! Insomma l’operazione è quella di ricreare un novello circo Barnum dove piada, cipolla, sardoni e sangiovese ben si fondono con le battute in dialetto e le pacche sulle spalle…. Ci dispiace, ma questa è la nuda e cruda verità. Speriamo ed immaginiamo, invece, che gli elettori chiamati alle urne nella prossima primavera, oltre a valutare i risultati delle attività politiche del nuovo governo osteggiato dalle sinistre di tutta Europa, vorranno e sapranno considerare i risultati di un governo locale fallimentare, che ha toccato esempi emblematici di indebitamento nell’ambito del territorio riminese, ricordando ai suoi cittadini che il mare di debiti dovrà in qualche modo essere onorato attraverso tasse e balzelli. A noi viene in mente che in qualsiasi Stato, in qualunque condizione, è sempre auspicabile e propizio il radicale cambiamento del governo amministrativo dei comuni, delle province e delle regioni. Al governo nazionale è accaduto e di già si intravedono i tanti scheletri di malaffare che negli ultimi decenni hanno ammorbato la storia della nostra povera Repubblica. Siamo perciò certi che l’accanimento terapeutico con il quale il PD, le sinistre e i loro compari stanno tentando di rimanere aggrappati al potere di governo locale, sia il più lampante segno di non volere abbandonare il ponte di comando o cedere le chiavi di accesso ai municipi, per mantenere ben chiuse le ante degli armadi, spesso segretati, nei quali sono custoditi atti, patti e decisioni che invece di sostenere gli interessi delle comunità hanno in alcuni casi privilegiato gli interessi di una sola parte . W il cambiamento, W la democrazia, W i cittadini.
 Don Camillo