lunedì 24 settembre 2018

Gli Indecisi..

Numquam ponenda est pluralitas sine necessitate
Guglielmo di Ockham
Come si dice per le c. non hanno ossa. 4 anni fa il Comune rientrava o entrava, non so bene, in possesso del Cinema Astoria, zona Cava. In quell'occasione l'attuale sindaco fece dichiarazioni impegnative, anche esagerate secondo me rispetto a un grande cinema di periferia, che in effetti quando nacque metà '70 secolo scorso sollevò notevole eco per la stazza e perché si rompeva quasi un tabù dei cinema in centro. Parentesi: spesi un mare di soldi per il Fulgor tra l'altro. Allora dicevo il Comune rientra in possesso, giugno 2014 e siamo settembre 2018 e si continua a parlare di "rigenerazione", quando non "ri-generazione" di spazi urbani e il solito mantra; rigenerazione di spazi urbani abbandonati: scusate ma chi ha permesso che il cinema Astoria si riducesse così, certo non io! Comunque: da oggi, notizia d'oggi, l'Astoria, che a distanza di 4 anni non è stato sistemato per fumosi progetti culturali (!) come si disse, diventa ma pensate un po' siccome "rigenerazione" comincia a essere un po' trita come espressione diventa "uno spazio indeciso". Anzi per la precisione, per complicare ulteriormente la semplicità di IMMOBILE FATISCENTE LI'-DA-ANNI-DA-RISTRUTTURARE-OVVERO-ABBATTERE diventa in-deciso, visitato da un'associaizone che sicuramente becca quattrini  pubblici per posti che che a loro dire sono "indecisi" come dire mare o montagna, capricciosa o 4 stagioni... "cosa dici... esco con l'ombrello, 'sto tempo mah boh non so, sono in-deciso". Nella realtà appunto non è indeciso un bel niente è un immobile ex cinema fatiscente la cui ristrutturazione va avanti pianìn pianìn da giungo 2014 quando altre opere si fanno dalla sera alla mattina quelle che contano nei luoghi che contano, di indeciso c'è solo l'intervento nel senso di un intervento del menga come dire Acqurena... che è indecisissima! Come dire la velostazione che indecisa lo è sopra tutti essendo stata tempestivamente realizzata spendendo la non disprezzabile cifra di 150.000 euro, una cifra per me esagerata, e che a distanza di anni si presenta come in foto; e nella sua "indecisione", di anno in anno, essendo ancora chiusa, andrà a fare il paio con la fatiscenza in cui l'Astoria è stato per lungo tempo. Giri di parole, calembour, neologismi, associazioni strutturate come matrioske una dentro l'altra che non capisci bene cosa facciano concretamente. Nei fatti 2 casi: l'Astoria oggi sopralluogo dell'associazione che si occuperebbe di questi spazi che hanno bisogno di qualcuno che dica loro cosa fare perché sono indecisi, nella doppia accezione che nessuno ha deciso, o che loro, cose non persone, sarebbero indecise; ed il deposito bici, anch'esso condito di fumosità lessicale, ma dico fai un deposito per le bici amen, e invece. Le Parole e le Cose: perché vestire cose semplici di parole complesse?
 In foto vedesi l'Astoria ancora in fieri come ristrutturazione (e non parlate di "rigenerazione"!) e la velostazione ossia il deposito bici di cui si è già trattato in queste pagine lasciato andare in malora che farà la fine dell'Astoria ossia che di questo passo diventerà fatiscente ossia "indeciso" da "ri-genare" e tutta quella manfrina.
 M. A.