mercoledì 3 ottobre 2018

Il Galli

E' polemica di scarso interesse quella fra un giornalista della redazione di un giornale locale e l'ex sindaco Prof. Ravaioli che sintetizzo brevemente, poi dirò perché è sterile, a mio parere. In breve in un commento un vicecaporedattore delle pagine locali di un quotidiano, rispondendo ad un lettore avrebbe detto che il merito della ricostruzione del Teatro Galli è esclusivamente dell'attuale sindaco che ha saputo "fare" mentre i predecessori suo dire non avrebbero concretizzato nulla. Al che, dati alla mano, sia Ravaioli sia il suo vice del tempo Dott. Melucci hanno dimostrato il contrario: ossia che il lavoro grosso è stato fatto prima dell'insediamento di Gnassi e che se oggi i riminesi avranno un teatro il merito è anche di Gnassi ma è soprattutto dei sindaci precedenti, detta la cosa a grandi linee. Il punto è che questi chiarimenti su di chi è il merito, chi è stato pagato etc., potranno interessare i protagonisti di questa storia ma non toccano la questione fondamentale ossia che a Rimini tutto sarebbe servito, 1000 opere che non sono state fatte, tranne un teatro ottocentesco all'italiana che già ebbe difficoltà economiche al tempo figuriamoci ora con tutti i mezzi di intrattenimento che ci sono in competizione con l'opera lirica. Quindi La Grande Menzogna, il teatro finalmente restituito ai riminesi: ma de che!!? Ma avete mai sentito nella vostra vita nei decenni passati gente lamentarsi che non fosse stata preventivamente imbeccata dai giornali lamentarsi che Rimini non avesse un teatro per la lirica, che non stavano negli stracci per averlo, dico fruttivendoli, gommisti, benzinai, salumieri che si struggevano perché non potevano andare all'opera!? Fu già un'operazione flop e di campanile la costruzione nell'800, figuriamoci mettersi a spendere di questi tempi decine di milioni per rifarlo dopo che era stato distrutto dalle bombe inglesi IIGM. Dico: se ami la lirica quella volta che ti garba fai una puntata a Bologna, c'era forse necessità, urgenza, impellenza di esporsi per cifre che alla fine arriveranno vicino ai 100 milioni fra tutto, ritengo per avere il teatro lirico in casa per quelle 2 rappresentazioni che potremmo permetterci all'anno non essendo una città di 1 o 3 o 10 mln di abitanti almeno che possa sostenere con la presenza con lo scarso numero di posti poi che il Galli oggi ha una rappresentazione che farla bene costa 50 - 100.000 euro e dove li rimedi fra i paganti con un così numero limitato di posti?? Ma altro aspetto ancora più importante, la mano d'opera artigiana 200 anni fa costava poco, costava niente: io credo, anche se non ho i dati, credo che costruire un simile sacramento possano aver speso al tempo mettiamo come costruire un multisala adesso quindi qualche milione non decine di milioni! Oggi un artigiano costa l'ira di dio in passato c'era sovrabbondanza di manodopera di ogni genere giammai avrebbero potuto starci dentro i costruttori privati e municipalità che lo fecero con costi 10 volte superiori questo è la vera puttanata di rifare à l'identique come si dice qualcosa che non c'è più con i costi attuali costruita nell'800 oltre alle altre ragioni sopraddette. E intanto: non è che siano stati invitati i fruttivendoli ma Confindustria a vedere come è venuto bene questo lavorino: e sarebbe forse potuto venir male se hanno speso quello che hanno speso che ci avresti costruito un mezzo grattacielo!? Quindi si capisce da chi ci è andato alla "preview" chi ci andrà a vedere a 300 euro quella volta che riusciranno a metterla in scena in un anno la Norma o quello che è. Un'operazione indegna dunque per me: nessuno ne chiedeva la restituzione sarebbe bastato mantenere la facciata o proneo o come accidenti si chiama in quanto è semplicemente demenziale pensare di avere la competenza delle maestranze di 200 anni fa con i costi di ora che gli artigiani sono veri e propri artisti e hanno costi di artisti. Il disprezzo del danaro dei contribuenti per una cosa che non interessa la gente comune ma un numero limitato o di sepolcri imbiancati che poi alla fine il biglietto manco lo pagheranno o di persone molto facoltose come il nutrito gruppo dei confindustriali che pagano la stessa quota dell'ambulante sfrattato per la ricostruzione del Galli come imposte diciamo così, al netto di donazioni o Art Bonus di difficile verifica peraltro, ma mai vi entreranno; un'infamia aristocratica, elitaria, da razza padrona dunque, fatta da tre dico tre giunte di-sinistra: "il Galli, il Galli, restituiteci il Galli" non si sentiva altro scorrazzando per Spadarolo, la Gaiofana, Orsoleto, certo, certo come no: adesso finalmente sia merito di Gnassi o di Ravaioli i post comunisti hanno accontentato il Popolo che potrà godersi le opere di Verdi dal vivo e a prezzi di sicuro interesse 100, 200, 400 euro, ci sarà la fila di cassintegrati dell'SCM si suppone, chiedetevi ora ex comunisti perché il Paese vi ci ha mandato!
 In foto, per non mettere il solito teatro visto e rivisto, il grandissimo portiere Giovanni Galli che quando giocava nel Milan chiamavano appunto "il Galli".
 Beppe G. Vergoni