giovedì 25 ottobre 2018

Lo Scivolone

Mi piaceva tornare un attimino sullo scivolone di Grillo su alcune malattie che a differenza di altre neppure possono essere nominate se non stracciandosi le vesti a differenza di cancro, diabete, malattie cardiovascolari che uccidono diciamo pure milioni di persone a differenza di quelle neurologiche o mentali citate nemmeno dire a sproposito dal leader a 5 Stelle, 5, ma pensate un po': più di un generale! Allora la sapete questa un muto dice a un sordo c è un cieco che ti guarda. Una barzelletta breve breve che quando era in vita Gino Bramieri avrebbe potuto recitare in Rai o anche su reti mediaset senza prendersi contumelie strumentali da mezza Italia. E conoscete la performance tv I rete Rai anni '70 secolo scorso in cui due miti del mondo della musica come Celentano e Mina cantano live Siamo la coppia piú bella del mondo mimando di essere affetti da malattia neuromuscolare e tutti in studio e a casa applaudono e ridono esclusi ma NON ci scommetterei quanti di quella malattia fossero realmente affetti?? E conoscete la pellicola humour Usa anni 80's "Non guardarmi non ti sento" che utilizza nella finzione un non vedente e un non udente per intrattenere, far ridere e fare quattrini su una condizione drammatica come la cecità? Nessuna associazione di orbi nei 100 paesi ove fu distribuita ebbe da ridire! Ma il sentire comune occidentale è cambiato rispetto alle malattie, specie su un certo tipo di malattie, sottolineo "occidentale" perché altrove si puó apostrofare ancora qualcuno dicendogli "ma sei mongolo!" o "muoviti handicappato!" senza finire sul giornale e rischiare il posto di lavoro. Grillo ha sbagliato ed è indifendibile troppo facile e troppo basso far ridere mimando uno sciancato termine anch'esso ormai da... denuncia ma per il mio sentire la nostra società sul politically correct rispetto a certe malattie in cui esistono vocaboli tabú è andata oltre ogni ragionevolezza. La questione è molto più articolata solo per dire due parole. Semplicemente Grillo ha pensato per qualche minuto di fare uno show su Raiuno fine 70s QUANDO SI POTEVA FAR RIDERE MIMANDO UN DISLESSICO, altra Italia altra sensibilità i Nomi sono conseguenza delle cose un nome proprio indica una "cosa" cambiarlo non cambia l'oggetto indicato se non per poco solitamente, e a volte SERVONO a inventare "cose inesistenti"; ricordo a quanti si sono dimostrati in questa occasione come si dice più realisti del re che uno slogan pro - lavoro di associazione di diversamente abili anni fa recitava "chiamateci come vi pare ma chiamateci [ a lavorare ]". 
A. M. S.