giovedì 6 ottobre 2022

In Minoranza

Lo ricordo bene, nel 1989, il passaggio a Rimini, dalla storica maggioranza alla costretta minoranza, quando Massimo Conti da sindaco della sinistra (vera) divenne, al termine di una mesta discussione consiliare, sindaco del pentapartito. Fu un trauma, dopo 40 anni ininterrotti di dominio ed un avviso che la politica stava cambiando. Il partito comunista ha sempre viaggiato in ritardo con la storia e la società. La disperazione della propaganda piddina in versione nazionale puoi osservarla leggendo Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, Il Mattino, Il Riformista, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Secolo XIX e perfino Il Sole 24 Ore che mette sempre Rimini tra le città più insicure anche se stai a casa. La Meloni sta terminando i difficili compiti, pronta a portarli dal Presidente per eventuali correzioni su..Salvini. Niente di nuovo sotto il sole che quest'anno non vuole lasciarci. Ha visto cosa ha fatto Putin con il suo Nord Stream e ci regala energia pulita. Gnassi si sta allenando per lottare in Parlamento contro i tentativi (prossimi) di dare autonomie alle regioni come chiederà Bossi.  La Romagna deve stare con l'Emilia, altrimenti anche Viserba vorrà liberarsi di Rimini. Ho l'impressione che dovremmo occuparci (al freddo) anche di questo aspetto. Uno dei cavalli di battaglia della Lega prima edizione. Fininvest da sempre batte largamente la Rai nel mostrarsi più occidentale di Draghi. Il Giornale di Berlusconi sta vincendo anche la guerra editoriale con Repubblica. Riesce a trovare delle intelligence che nemmeno La Stampa conosce. Terzo mese di guerra. L'Ucraina ha più armi della Russia, ma se Putin riesce a convincere qualche centinaia di migliaia di riserve, ritorna in vantaggio numerico. Potrebbero essere affari loro, come lo sono state, fortunatamente, tutte le guerre scatenate con gli Stati Uniti come protagonisti. Questa ha assunto subito caratteri speciali, le sanzioni hanno fatto il resto. Povera Italia, bastonata e vilipesa anche da Moody's. Però ha un primo ministro che tutti ci invidiano ma nessuno prende. Troppo impegnato nella campagna personale per accedere almeno sullo scranno della Nato. Il Presidente Mattarella deve chiamare la Meloni ormai pronta con il suo governo "politico". Su questo non vi sono dubbi. Per la prima volta dal dopoguerra abbiamo una destracentro per ragioni elettorali. Quello di Berlusconi è stato un ritardo giudiziario. Lo "sguardo" su Dagospia è più gustoso della lettura. Sono piccole soddisfazioni. Capiranno cosa significa non contare più niente. 
massimo lugaresi