mercoledì 12 ottobre 2022

Milena Gabanelli


Giornalista perfetta, con il curriculum del reporter di tante guerre e protagonisti americani. Non i bambocci televisivi che parlano dai comodi alberghi, con alle spalle le foto dei bombardamenti. Personaggio, credo, non ascrivibile al potere dominante ed è strano che il Corriere della Sera, spostato temporaneamente sul Pd, abbia pubblicato un suo articolo sulla "certa" rielezione di Xi Jinping nel XX Congresso del Partito Comunista Cinese. Altro modo di esporre le cose e ragioni di un mondo per noi ancora sconosciuto, ma ormai padrone anche del nostro, sempre più piccolo. Una concentrazione di potere che fa invidia a Putin, categoria dittatori eletti. Ha collezionato anche tragici fallimenti nell'affrontare il covid uscito dalle cucine cinesi, non avendo Speranze da usare ed una pericolosa bolla immobiliare, dopo anni di folle espansione. Rimane l'amicizia con Putin, contraccambiata, con una certa euforia dal dittatore già rieletto. Questa, l'amicizia, sembra disturbare anche la bravissima Milena. Non è però Mentana, tanto peggio Rampini o "tu vo fà l'americano" Riotta. Il 16 ottobre, si aprirà a Pechino il XX Congresso del Partito comunista cinese, il più rilevante da quarant' anni. La rielezione è certa come è sicura la "minacciata" invasione di Taiwan contro i peti di Biden. La Gabanelli non crede ai cambiamenti, forse solo la denominazione di Xi da segretario del partito a chairman. Sembra la bolla umoristica delle nostre assessora. Nei dieci anni di leadership, segretario del Partito, presidente della Repubblica popolare cinese, capo dell'Esercito di Liberazione Popolare, Xi Jinping ha immensamente rafforzato il proprio potere personale. Anche attraverso migliaia di epurazioni condotte dietro la politica di lotta alla corruzione, ha eliminato gli avversari più temibili. Il comunismo nella versione originaria, mescolato con l'economia di stato ed un capitalismo super controllato. Ho l'impressione che nel futuro prossimo avremo notizie più vicine e verificabili se "dipendiamo" dai voleri di Zelensky, su procura di un certo Biden. 
Dieci anni di guida: i risultati Xi si presenta dunque al Congresso con in tasca una concentrazione di potere senza precedenti negli scorsi quarant' anni. I lockdown continuano tuttora a colpire intere città quando si presentano focolai di pochi casi di coronavirus. In settembre, forme di restrizione hanno colpito decine di centri. Il problema è che Xi Jinping si è intestato la paternità della politica di Zero-Covid, nonostante gli esperti gli abbiano consigliato di abbandonarla in quanto irrealizzabile. Noi abbiamo (hanno) fatto del covid l'alibi per non votare. Devo ammettere che il Pd e ministri avevano ragione a temerle. La fotografia della Cina, secondo la Gabanelli non è felice, con colossi dell'industria che falliscono, l'Inter deve essere venduta, mentre migliaia di abitazioni rimangono ferme e  Alibaba viene ridimensionata. La Gabanelli arriva dove il dente della guerra duole. L'obiettivo dichiarato di Xi è portare il Paese al centro degli equilibri mondiali e sembra paurosamente centrato. La decisione di politica estera che Xi Jinping porterà come un peso nel Congresso è quella della "amicizia senza limiti" con Vladimir Putin, dichiarata venti giorni prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Quasi un via libera, non condiviso da una parte dei vertici del partito. Xi ha militarizzato il Mar cinese meridionale e minaccia di prendere con un blocco militare o con la forza Taiwan, isola che considera una provincia ribelle. Ci sono assonanze ucraine? Noto però che nell'articolo ci sono le solite dimenticanze su altri paesi (uno) che hanno fatto politiche e guerre peggiori, in nome di una democrazia e libertà a noi e credo anche alla Milena Gabanelli sconosciuta. L'errore della giornalista? Avere mostrato una tiepida avversione alla guerra su procura americana. Si è scatenato un piccolo inferno però democratico. E' il prezzo che devi pagare perchè un Corriere della Sera pubblichi il tuo (stupendo) articolo. Meglio intervistare, a tre pagine, Silvio Berlusconi. Lui non tradisce mai. 
massimo lugaresi