martedì 11 ottobre 2022

Vae Victis

Il governo di Kiev stava vincendo. Guai ai (russi) vinti. Secondo la propaganda (ufficiale) la guerra finisce solo se la Russia abbandona le regioni conquistate, mentre il candidato del Nobel (pacifista) minaccia di uccidere i russi ad uno ad uno e bombardare tutti i ponti. Nel mirino dei giornaloni ci sono sempre i cosiddetti filoputiniani, interpretati anche dalla corrente piddino-comunista. Il Papa si occupa dei migranti, abbandonando l'aspirazione alla Pace, contro i desideri e vocazioni belliche dell'America. Argomento pericoloso per tutti, figuriamoci per un ministro di Dio, operante a Roma. La congrega pacifista si sta allargando, provocando pruriti al Pd, già in preda a sussulti fallimentari. La richiesta di Prodi di non abbandonare la creatura europea è micidiale per le sfighe che di solito accompagnano le "sue"previsioni. Il rossobrunismo, come lo chiama Linkiesta, l'ultimo baluardo radical chic, sta infettando editorialisti e perfino qualche (raro) giornale. Ancora le televisioni pubbliche, tanto meno quelle del Cavaliere e badante, sono rimaste ferme all'occidentalismo vigente e  assicurato dalla Giorgia a Draghi. Che finimondo per un capello biondo a Palazzo Chigi. La paura è che nel Pd si facciano i conti (tardivi) per origini e provenienze e si separino le due correnti "cementate" solo dal potere. Berlusconi per garantirsi libertà personale ed affari, ha inventato un partito ancora operante (furbescamente) nel mezzo, mescolando sapientemente destra e sinistra, con la scusa del centro. Sarebbe il momento per chiarire anche questo aspetto e l'esclusione (vera) degli interressi personali da quelli politici. In nessun paese leggermente democratico sarebbe permesso questo scandalo che supera ormai il trentennio. Tutti i partiti in Italia hanno garantito la democrazia, non è stato un appannaggio del Pd, composto da figure migranti da storie diverse. Usano (alternativamente) per comodità, le stigmate del comunismo buono e leggero, con la democrazia cristiana più retriva. Si chiama, ancora Pd.
massimo lugaresi