giovedì 13 aprile 2023

L'Orso di Messner

A me piace quando, su argomenti particolari, usati a scopi propagandistici, anche per fini nobili, come quelli ambientali, parlano (solo) quelli che capiscono, alle volte molto. Lo abbiamo accertato nei tre anni di clausura, interrotta dai proclami diurni e notturni che ci hanno trasformato in docili pecorelle da iniettare. Giorni e notti passati a rimembrare e rimuginare gli ordini degli invasati visionari della (loro) salute. Escono solo sporadiche fiammelle di verità. Non sappiamo ancora bene come e soprattutto perchè, sia stato ucciso Moro, figuriamoci se possiamo sperare di avere notizie sui disastri delle cure obbligatorie. Il numero dei misteri italiani si arricchisce, tutte le volte che devono rimanere misteriosi. Ci sono alcuni tasti che è meglio non toccare. Nella hit parade è entrato anche il Vaticano. Lo stesso, attuale, governo, preferisce lottare per Cingolani che instaurare una Norimberga della Verità. Speranza è finito come Soumahoro. Una della ragioni per insistere con la 3 cittadinanze è il presunto lavaggio di fede e coscienze. Si trovano, giustamente, nell'ammucchiata dell'opposizione, abbracciati al grillino, preferibilmente, arcobaleno. Brucheranno nello stesso prato. Reinhold Messner appartiene alla categoria di quelli che possono parlare delle montagne. Le nostre sono terre troppo piccole perché uomini e orsi possano convivere. Nell'evitabile incontro, il vincitore è lui. È anche il pensiero degli abitanti del Trentino,  di coloro che abitano a Caldes, dove viveva Andrea Papi. Esci di casa e dopo qualche minuto sei nei boschi, habitat ideale per l’orso bruno. Messner dice anche che: non si può più aspettare, bisogna agire. Frequentante (spesso) gli Ottomila, nato a Bressanone, la sua valle è quella di Funes, con l’orizzonte chiuso dalle splendide guglie delle dolomitiche Odle e con i pascoli che ospitano anche le pecore con gli occhiali della razza Villnösser, prede dei lupi. Che significa agire? Orsi e lupi sono diventati un problema, per contadini, allevatori, abitanti, turisti. Ci vuole una legge chiara, che indichi chi decide il da farsi e cosa fare. Abbattere i predatori? Anche. Una normativa che rispetti uomini e animali. I lupi stanno decimando le greggi di pecore e capre, gli allevatori non ne possono più e c’è già chi ha deciso di andarsene. Non si possono abbattere orsi e lupi, ma l’orso ha popolato i boschi in modo esagerato. Occorre dimezzarli. Uccidere l’orso che uccide è una soluzione a metà. Le nostre Alpi sono antropizzate e ospitano migliaia di turisti. Non sono nella wilderness. Questa è la realtà. E allora le norme devono decidere che abbattere i predatori è possibile, ma devono stabilire chi e come può ordinarlo. Può essere il sindaco, oppure i presidenti di Provincia o i governatori. Regole da seguire. Oppure si decide di catturare gli orsi e portarli in zone non abitate, selvagge. E poi bisogna far fare pace tra animalisti e mondo agricolo. Difficile parlare di abbattimenti, ma in Trentino non si possono avere cento e più orsi bruni. Il progetto era di averne la metà. L'orso era sparito dalle nostre Alpi e i motivi non sono un mistero, è stato estinto per ragioni economiche. E allora non c’era il turismo come oggi. Come far convivere nei nostri boschi l’orso e il turista? E come riuscire a arginare gli attacchi dei branchi di lupi alle greggi? La risposta non è imbracciare il fucile, ma fare una legge per poter regolare la popolazione dei predatori. Io li ho visti ed incontrati nella natura selvaggia in Siberia o Canada. Territori vastissimi, habitat ideali per l’orso. Capisci che sentire il parere della Lucarelli, non sempre condiviso con Fedez e quello di Messner ci rassicura nel caso incontrassimo un orso sul Lungomare. Nel caso, telefonate a Mattia Morolli. 
massimo lugaresi