martedì 25 aprile 2023

Venticinque Aprile

Inutile fingere o indossare a 90 anni, forse convinto, la bandiera al collo, come Berlusconi. Il 25 Aprile è una festa doverosamente comunista. Ho presenziato alle manifestazioni, già allora sempre più stanche e meno partecipate. Sono passati 80 anni, i miei e troppe generazioni. Ho servito e sottoscritto il partito comunista fino a quando si è presentato sotto (altre) "mentite" spoglie, con i Piccari, Melucci ed il Maestro Cagnoni, Chicchi è sbarcato dopo. La Liberazione è avvenuta, gli alleati ci bombardavano spietatamente e vincevano grazie ai sovietici che hanno distrutto il nazismo. La presenza partigiana godeva di una maggioranza dell'allora (vera) sinistra con socialisti e liberali e qualche sparuta presenza democristiana. Con la caduta ufficiale e la fine della guerra, le piazze si sono riempite di fazzoletti rossi. Il Primo Maggio era la Festa del Partito, quello che difendeva e garantiva i lavoratori, non le "scampagnate" dei pensionati di Landini. Il Lavoro prima di tutto è anche il motto della Schlein. E' accompagnata (giustamente) dalla componente più furba del vecchio partito. Gli inossidabili interpreti delle sette versioni in 30 anni. Rimangono con le mutazioni di pelle e posti ammirevole. Sono anche i detentori della cultura nazionale, cinematografica e perfino musicale. Ogni anno compare un genere diverso, difficile da catalogare scientificamente, come il maschione peloso ma erogante latte. Il Carlino legittima i lungomari ma condanna striscioni calcistici, sempre impregnati di dura ironia, spesso sbagliata. Giornale dei camaleonti. La Questura mai nata è la Bolkestein del libero mercato alla riminese. Sono convinto che, a supermercati invertiti, sarebbe già partita una doverosa inchiesta. Troppi errori perdonati.
massimo lugaresi