giovedì 22 febbraio 2024

I Riformisti

E' la comoda ed accattivante definizione che nasconde il campo ristretto a qualche portatore di instabilità politica. Destra e sinistra, con il centro arredante, erano sigle precise, spesso indovinate. La comparsa del Pd ad opera del truccatore, come strumento per arrivare al potere, ha prodotto guasti imperdonabili nella sinistra. Una accozzaglia di sigle, zeppe di personaggi che si odiano, ma, con l'appoggio della propaganda giornalistica si è autodefinita Riformista. De che? L'unica opera, davvero epocale, che il governo Meloni intende realizzare, parlo del Ponte Salvini, viene denunciata (democraticamente) ad una procura che solitamente ascolta. I giornali più informati, annunciano l'avviso. Si dimezzano i voti eppure aumenta la carovana mediatica. I Riformisti, con più sigle dei voti racattabili, si riunisce a Roma. Calenda e Renzi siedono lontani. Le vicine elezioni regionali saranno un test chiarificatore. La Giorgia, in uno dei tanti comizi che regge benissimo, ha detto una cosa tanto semplice che nessuno ha ricordato. La coalizione di centrodestra festeggia i 30 anni. Dall'altra parte sono ancora alla semina contro vento e natura. C'è stato anche uno scambio involontario nella scelta del segretario. Secondo voi, senza chiederlo a Gramellini, chi delle due donne rappresenterebbe anche la sinistra? Intanto la carovana riformista con più sigle dei voti, si riunisce a Roma, la Città Santa e Dannata descritta da Dagostino, vestito come Mahmood. Ho visto il suo film, con Vladimir Luxuria padrona di casa ed altri personaggi, secondo costumi e vocazioni di Dagospia. Cinema, televisioni, teatro, giornali, sono ancora appannaggio della cancel culture. La transizione è appena cominciata. Non eravate pronti. 
massimo lugaresi