venerdì 29 luglio 2011

Bagno 26

Avevamo ragione nell'affermare che a Rimini non era solo il Ristorante da Ugo ad avere commesso degli abusi, come è altrettanto noto che il Bagno 26 non è l'unico covo d'irregolarità. Mussoni ha perso un occasione per un silenzio prudente, affermare che luglio non è il mese adatto per perseguire i reati sabbiosi, ci fa venire alla mente una serie di deliziosi cartoon proiettati nelle serate riminesi. Il presidente di confcommercio si domandava come fosse possibile che chioschi di pochi metri quadrati, privi di spazi e servizi, avessero ricevuto l'attestato per la ristorazione, sapendo che non si possono affittare cabine, destinate alla balneazione, per farne dispense precarie. Una tettoia non può essere trasformata in manufatto, installando pannellature laterali con la scusa dello scirocco, è vietato servire in queste aree posticce pranzi o cene. Non è esercizio leguleio, ma parità di trattamento come quella richiesta dall'unico vero rampollo Agnelli, dopo l'ennesima farsa calcistica. Con questo tollerato e sospinto andazzo si sono aperti ristoranti capaci d'ospitare centinaia di persone che godono di una posizione privilegiata e pagano una miseria di canone, con l'aiuto dei Pizzolante, Lombardi, Melucci ed il silenzio della debole schiera oppositrice. La differenza di trattamento con i ristoranti delle passeggiate è evidente, in questo caso gli affitti sono esorbitanti, a loro si contesta anche la mattonella variata o la mancanza di un cestino, mentre i fortunati colleghi sulla spiaggia, in nome del vento, ampliano a dismisura spazi e verande. Non può essere la magistratura a colmare queste invereconde lacune, gli interventi sono duri, Gabriele 26 ha ragione, in questa situazione chi viene colpito è un martire, dovrebbe però dire l'amico bagnino chi ha permesso che piste e biglie miracolose diventassero 250 mq abusivi, senza start autorevoli nessuno si sarebbe avventurato in un casino inestricabile, l'uomo della brandina non ha niente da dire sulla vicenda? E'arrivato il momento per un Sindaco già annebbiato, d'osare un tentativo di presenza autorevole, sono questi i casi nei quali si misura lo spessore, il passato fa schifo, in poche settimane ha potuto verificare che la situazione ereditata è molto peggio di quanto recitasse l'inventario trovato nel cassetto, mancavano i debiti di Palas e Trc. Invece di galleggiare parlando amenamente di sicurezza, entri a piede teso nell'urbanistica, nessuno fischierà falli, partendo dall'alto, inizi a dimissionare almeno tre persone, gli altri capiranno, per terminare un lavoro efficiente faccia sovrapporre le planimetrie in possesso dell'Ausl con quelle comunali, verificando la rispondenza edilizia, se anche questo rientra nel novero dei lavori ingrati chieda la vidimazione delle piantine da consegnare all'autorità sanitaria da parte di un tecnico abilitato, avrà risolto il problema, avendo licenziato il delegato non si sentirà nemmeno rispondere che non ha personale. Dimenticavamo, l'esperienza insegna che i controlli a campione vanno eseguiti, specie se le firme sono sempre degli stessi professionisti. Alla repressione andrebbe accompagnata la proposta, l'originario Piano Spiaggia, annullato da Melucci, conteneva le soluzioni, non gradite alle categorie privilegiate, nessun problema, basta copiare Riccione che c'insegna come si gestisce un Palas e come s'affonda un Sindaco. Questo incedere in una normale amministrazione sarebbe normale, segnerebbe un profondo spartiacque con un passato che ci ha permesso di strappare tutti i titoli più vergognosi, l'ultimo dell'Istat sulla qualità ambientale ce lo siamo giocato in volata con Napoli, vincendo con buon margine, avevamo appena sversato merda in mare.