domenica 10 luglio 2011

Non Cambiano Mai

Il voto contrario del Pd alla richiesta dell'Idv di una cancellazione delle province è ulteriore conferma dell'ambiguità che perseguita un partito che ha goduto della fortuna di avere come avversario il Cavaliere, riuscendo così a mascherare divisioni e correnti. In questo caso è l'apparato partito che si è difeso dalla distruzione di massa, se qualcuno volesse indagare troverebbe che lo stesso oggi non è dissimile da quello comunista, i funzionari non sono più alle dirette dipendenze, ma in quota od a libro paga delle aziende ed associazioni di riferimento, il numero non è molto dissimile da quello degli anni 70/80. Gnassi è stato lanciato come il nuovo, in realtà è solo un copia restaurata e votata perchè l'altra parte era messa molto peggio, a Rimini come a Roma. Berlusconi è come il famoso interprete della barzelletta di quello cascato da cavallo, rialzatosi dolorante afferma che tanto doveva scendere, ha annunciato che nel 2013 il candidato premier sarà Angelino, ultimo esempio di come s'interpreta la democrazia su quella sponda. La Procura di Napoli si sveglia da un letargo decennale, assume le redini del comando giudiziario, sembra che le ultime indagini siano meglio di quella famosa di Narducci, stanno raschiando le case di Tremonti, non si può dire che non abbiano fiuto nell'uso dell'obbligatorietà. Tornando ai compagni/amici democrat, Bersani finite le battute coniate da Gino&Michele, è ritornato il tentenna di sempre, stretto fra una base renziana e gli obblighi verso la corrente dalemiana che gli permette di mantenere il ruolo. Da sempre viene richiesta la chiusura di centri di spesa inutili e costosi come le province. su questo vi era un consenso quasi unanime, come sulla riduzione dei parlamentari e dei loro scandalosi emolumenti, nel momento della verità, quando si proclama la volontà encomiabile di raggiungere il pareggio di bilancio si cerca ancora una volta d'inculare le pensioni? Dobbiamo dare atto a Di Pietro di una dimostrazione di serietà non comune, sembra sia davvero il leader di un centrosinistra da ricostruire, una volta tolto il cemento antiberlusconiano, trincerarsi dietro alle furbate di una riduzione delle province invece di una loro abolizione, fa parte del bagaglio di bassezze che sembra inesauribile tesoro postcomunista. Della Lega abbiamo smesso di stupirci, non d'interessarci, sembra una squadra smarrita, con tanti piccoli allenatori che provano schemi diversi e contraddittori, l'unica soluzione sarebbe l'abbandono repentino del campo finora usato, prima viene fatto, meno danni elettorali subirà. Tanti movimenti hanno usato schemi e parole d'ordine che erano affascinante repertorio del vento del nord, i grillini a Rimini hanno ottenuto un grande successo in ragione di posizioni di rottura, depositare il tesoro elettorale su un tavolo imbandito di un Grand Hotel d'evasione, non ci sembra una grande prospettiva, potranno rifarsi, però alcuni errori si pagano. Come diceva Totò, nessuno nasce imparato. La discussione tutta riminese sulla composizione delle commissioni e delle loro presidenze dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il tandem Pd-Pdl funziona egregiamente, non fanno neanche più finta d'opporsi, Lombardi lancia superflui messaggi all'accordo bipartisan, la Moretti non vuole Renzi come presidente di una commissione di controllo per il terrore che faccia il suo dovere e qualcosa in più, potrebbe disturbare i manovratori, gli altri sono spettatori silenti, non è un bello spettacolo iniziale, il prosieguo può essere peggio, pieno di merda sversata, ma in venti giorni depurata, parola di Sindaco.