giovedì 14 luglio 2011

Il Volo del Fellini

Vi ricordate quando il Ridolfi di Forlì ci aveva fregato praticamente tutto, grazie ad una serie di amministratori nostrani incapaci? La filosofia della regione in quel tempo pontificava che era dannoso imporre regole, il libero mercato avrebbe compiuto il suo dovere selettivo. Dopo anni di sofferenze e debiti ripianati dai cittadini per mantenere accese le luci delle piste di Miramare, con la gestione Masini la verità è emersa, non è diversa da quella storica. L'areoporto di Rimini ha potenzialità maggiori di quello bolognese, se non fossimo lo sfigato sud dell'Emilia, avremmo avuto da tempo la nostra eccellenza, collegata alla preminenza turistica. Per farci dispetto hanno inventato Forlì, una dependance bolognese, un sito talmente angusto che i passeggeri devono essere paracadutati assieme alle galline trasportate. Se questa è la verità, come si può essere così stupidi da non capire che il cambiamento di strategia regionale è dovuto al fatto che se il Ridolfi chiude, il Fellini diventerebbe il grande concorrente della Sab, le cui piste ormai sconfinano in Piazza Maggiore. In quello zibaldone societario inventato si riesce ancora una volta a mescolare i debiti e le prerogative, con Gnassi e Vitali sempre proni a 90 e 89 gradi ai voleri del Vasco dei Cieli. Abbiamo una logistica dieci volte migliore di quella felsinea, talmente vicini all'autostrada che se facciamo il casello nuovo in via Varisco spaventiamo i trans però ci colleghiamo direttamente con le piste. Possiamo creare migliaia di parcheggi da offrire gratuitamente ai passeggeri e rimarrebbe tanto spazio per servizi collegati. La fortuna riminese è stata quella di avere nel passato un areoporto militare, altrimenti l'avremmo già riempito di condomini ed iper. Con la terza corsia diventerà meglio raggiungibile, inoltre possiamo contare ancora sulla possibilità di una investitura  internazionale, finchè dura S.Marino. Non facciamoci fregare ancora una volta da Errani, ci ha portato via tutto, compreso Melucci, l'interesse generale viene barattato con piccoli favori associativi e politici, ci ha spogliato di tutte le piccole o grandi eccellenze che il territorio offriva, per fortuna abbiamo oppositori alla Lombardi.