sabato 30 luglio 2011

La Borsa Riminese

Il programma del sindaco sembrava scritto sul tavolino di qualche pub, oggi è costretto ad aggiornarlo velocemente, cancellando le frettolose quattro righe dedicate al problema delle fogne. Al cerchio magico di vecchi e nuovi adoratori che conoscono quasi niente della Città in superficie, chiedere anche una visione sotterranea sembra davvero troppo, ci penserà Hera. L'atavica convinzione di una mancanza dei fondamentali per amministrare, una merce rara, non reperibile od acquistabile, ma frutto di anni di passione ed allenamento intenso, diventa certezza. Le figurine della Città, con cerbiatti che scorazzano nei parchi, piste ciclabili scandinave, fontane blaugrana, sono state sufficienti per vincere, l'altra parte ha solo ringhiato, minacciato, perseguito, mai proposto, la biscia si è rivoltata, le paratoie si aprono e tutti s'accorgono che sgorga merda. E' così da sempre, per quanto Rimini abbia iniziato con le prime città europee a dotarsi d'impianto di depurazione ed abbia investito decine e decine di vecchi miliardi negli impianti fognanti, arrivando quasi al completamento della separazione delle reti nella zona nord, la più rischiosa ambientalmente. Con l'arrivo di Chicchi e di Ravaioli&Melucci si è chiusa la decennale esperienza maturata, hanno smantellato strutture e personaggi con grandi conoscenze nel settore, accumulate negli anni, privilegiando il ricorso alle grandi opere, con esiti esiziali per l'ambiente marino e turistico. Hanno volutamente cancellato le tracce di una filosofia che fino alla fine degli anni 80 era stata un vanto per le nostre amministrazioni. E' davvero ridicolo lo scandalizzarsi odierno per quello che viene spiaggiato, la coscienza ambientalista si risveglia per cartelli formato A4 che vengono nascosti tra le torrette dei salvataggi? Il Piano Strategico, per non apparire fola inventata per chiudere il percorso delle varianti e delle decine di piani particolareggiati bipartisan last minute, approvati allo scadere della passata legislatura, sarebbe dovuto partire da mobilità e fogne, il resto arrivava per naturale caduta urbanistica. Ho avuto il coraggio di leggere le pagine iniziali di una oscenità definita Strutturale, esistono due amenità che non sai come catalogare: il trasferimento delle cubature da sud a nord ed il mercato dei titoli residenziali che possono passare da un possessore all'altro. Manca  solo il luogo della Borsa dei Mattoni, Piazza Cavour è ideale.