domenica 29 aprile 2018

Alice

Viviamo alla giornata; ogni giorno. Non ogni giorno come se fosse l’ultimo; non come se non ci fosse un domani. Viviamo giorno per giorno sapendo che c’è un domani. Fino il venerdì. Fino a Pasqua, a ferragosto, a Natale. Fino all’epifania che tutte le feste si porta via. Fino al “ponte”. Troppe tasse, troppa disoccupazione, troppi stranieri che rubano; rubano Il lavoro, le donne, le tradizioni. Rubano. Il logorio della società moderna fatta di Fantacalcio, Grandi Fratelli e isole famose (ma chi ?). Una vita di sacrifici; dei sacrifici fatti per ciò che ci appaga. Il superfluo. Il teatro? Eh? Un libro? Che libro? Un saggio, una biografia. Un romanzo? Non so…Non saprei…Non sono di qui… Il volontariato? Gratis? E cosa ci guadagno? Per la cultura ci sono i social. Non basta? La cultura è social. In un’epoca in cui la miglior difesa è l’attacco di…panico, cosa c’è di più rassicurante di un profilo generalista da cui distillare commenti superficiali ma esperti, protetti dal semi anonimato di una tastiera leonina. Condividi o muori; la massima fiction della nostra epoca. Sì ma si vota! Ci sono le elezioni! Ma quali elezioni ?? Non ci siamo mica qualificati per i mondiali. E’ tutto un magna-magna. A settembre ricomincia il campionato; sempre. E poi dicono che l’Italia è un paese instabile.  
Ps. Come dice (va) il proverbio: chi ha tempo non…Scaduto.
 Il Santo