mercoledì 6 febbraio 2019

1975

La foto che vedete è stata scattata dal sottoscritto nel lontano '75 essa rappresenta C.so d'Augusto come si vede gremito di gente mi pare fosse un lunedì mattina se non ricordo male. Che sia un vecchia foto lo dimostra la presenza della Standa. A sinistra si vede Gori ora non più presente e si intravedono in lontananza insegne di tante attività che ora non ci sono più. C'è stata una fase in cui le attività chiudevano e arrivava si diceva "la solita banca", prima del danaro elettronico e prima che il centro storico fosse come ora non più interessante neppure per le banche che sopravvivono invece in periferia ed addirittura ha chiuso la storica sede del "Rolo" poi Unicredit e rispetto agli anni '90 secolo scorso esse si sono ridotte del 90%. Quindi chiudono tutti, in centro ma non solo in centro, ultimamente c'è stata una recrudescenza del fenomeno causa misure sempre più restrittive per raggiungerlo. Chiude Gimmi, o Jimmy o Jimmie, Baldinini insomma, un imprenditore calzaturiero luxury del posto che se non ricordo male aprì il suo punto vendita a Rimini, come a Mosca o Shangai, sul finire del '70 o primissimi '80. Lavorava molto coi russi in anni recenti e prima anche con riminesi che potevano permettersi le sue calzature. La Chiusura di Gimmie a mio parere rappresenta le colonne d'Ercole che sono state ora superate, uno spartiacque, un punto di non ritorno. Questo fenomeno è vissuto in maniera fatalista, il sindaco NON HA MAI DETTO UNA MEZZA PAROLA su questo fenomeno che ha profili economici evidentemente ma anche sociali, attenzione, Giovanni-Confcommercio pure non si straccia le vesti essendo più impegnato sul fronte discoteche-ristoranti-pub, resta la voce sola del Dottor Gian Maria Zanzini Presidente di Federmoda che neppure poi ha un punto vendita in centro. tutto tace da chi dovrebbe avere a cuore il fenomeno come lo stesso assessore al commercio e NON ALLA GRANDE DISTRIBUZIONE Shadelvoograeaad o non rammento come si chiami essendo nome esotico. Queste cose sono scontate ripetitive le scrivono un po' tutti ma nulla si fa: evidentemente questo fenomeno diciamo "non dispiace" o quantomeno viene considerato irrilevante da chi potrebbe agire. Si potrebbe andare oltre e affermare che esso viene considerato addirittura positivamente da parte di alcuni soggetti. Si potrebbe andare ancora oltre e dire che questo fenomeno SIA STATO SAPIENTEMENTE PIANIFICATO A TAVOLINO. Altre città europee rammento di aver visto così ridotte anche molti anni prima di Rimini causa strutture monstre di maxi commercio create dal nulla nel nulla con la "complicità" delle amministrazioni locali. Città di media grandezza come Rimini ora ridotte a un deserto. Una città viva, come si dice, con servizi, scuole, attività, e non una specie di museo irraggiungibile in cui le strade sono occupate dai gazebo o dai tavolini di bar come ora sarebbe nell'ordine delle cose e la maggior parte delle città è oggi ancora così: a Rimini con l'attuale amministrazione si è innescato un fenomeno che renderà il centro marginale, una contraddizione in termini si potrebbe dire. Un luogo "da visitare" quando muore un papa e per gli avvinizzati che passano da un bar all'altro da un'osteria all'altra. Resisterà per poco ancora per me solo grazie alla presenza dell'università. Ricordo che non solo Baldinini ma prima di lui Diesel, Armani, Benetton, La Moderna, La Dimar, Gori, Renato, Mickey Mouse, Blazer e decine di altri che non mi vengono in mente se ne sono andati. Ricordiamo anche che monomarca che in altre città scelgono il centro da noi aprono punti vendita alle Befane o dove perché il centro non offre parcheggi e accessibilità es. Apple, Zara... Thun etc. Insomma la situazione è molto grave per la perdita di funzione del centro storico essendo fortemente ridiminsionato rispetto alle fiumane di gente degli anni passati ed avendo cambiato totalmente connotazione, sotto il profilo sociale, ciò nella quasi indifferenza di chi doveva essere allarmato per il fenomeno e bloccarlo all'inizio.
N.H: Nemo Pacale