sabato 23 marzo 2019

Il Re dei Borghi

L’ultimo incontro con il gruppo della San Vincenzo e dell’opera delle pie donne era stato molto mesto, infatti rodeva il fegato vedere che Peppone aveva iniziato i lavori per la sistemazione della Casa del Popolo di Brescello. I lavori erano seguiti da un architetto importante, venuto da fuori. Soprattutto, però, ci si chiedeva da dove fossero saltati fuori tutti i soldi necessari per la ristrutturazione. Non sarebbero bastate cento lotterie o mille questue in chiesa per rimediare i denari necessari per la sistemazione della Casa della Giovane, per questo tutti erano tristi e rassegnati. Poi, quando tutto sembrava perduto, ecco arrivare di corsa Bianchetti, il farmacista del paese. Era appena ritornato da un convegno sull’omeopatia che si era svolto a Rimini ed aveva notizie importanti. La sera prima, insieme ad alcuni colleghi, era andato a cena nel più famoso locale di quella cittadina sul mare, di quel piccolo puntino sull’Adriatico che si espandeva con la forza di una bomba nucleare fino a diventare, grazie al suo Sindaco/Conducator, un faro di civiltà cristiana ed un esempio di ottima gastronomia, benedetto da Bottura e dalla Curia. Lì, tra una piada con i sardoni ed un’insalata all’Alice di Amazon dei teatri, il nostro farmacista aveva appreso che si trovavano “in uno dei più storici e caratteristici esercizi pubblici di Rimini, un locale che sarebbe stato oggetto di un ambizioso intervento di ampliamento, ristrutturazione e riqualificazione, da realizzarsi con il cofinanziamento del POR-FESR Emilia e Romagna e del Fondo Europeo di sviluppo regionale, per una spesa di oltre 350.000 euro+iva. Ed ecco la genialata, il guizzo di fantasia che trasforma un sogno alla Tonino Guerra, un’immagine di Fellini, una pacca sulla spalla, una battuta in dialetto, nella concretezza romagnola. L’intervento avrebbe incrementato la qualità e la completezza dell’offerta di ristorazione del locale, l’avrebbe riposizionato sul mercato aumentandone la capacità ricettiva, permettendo che potessero essere ospitati anche gruppi numerosi ed avrebbe realizzato un significativo miglioramento delle condizioni di accessibilità ambientale del locale (che fa molto green e monopattino elettrico). Così, nudamente e crudamente, l’accurato restyling del locale avrebbe riqualificato l’intero borgo, valorizzando la storia e le tradizioni locali. Si respirava un vero profumo di mortadella e gnocco fritto in quelle parole, aleggiava quell’aria di albana, fumo, lambrusco e sangiovese che intride occhi e polmoni nelle Feste dell’Unità dei Borghi, anche se questo è il Re dei Borghi, bagnato dal Marecchia ed attraversato da ponti e passerelle, con strade larghe e parcheggi ben illuminati, con i prati curati e rasati, un vero angolo divino. La traccia era pronta, la vision decisa, i terreni benedetti… ci voleva solo un buon Podestà ed anche la Casa della Giovane sarebbe stata pronta. 
 N.B. In quel Borgo è la piada con i sardoni che riesce a rendere nobile il Ponte costruito dall’imperatore Tiberio… Meditate gente, meditate… 
Don Camillo