martedì 2 aprile 2019

Dalla Jole

Onestamente si ha la percezione (certamente errata) che ci siano figli e figliastri ovvero figli illegittimi o di un dio minore per arricchire l'analogia e mi riferisco evidentemente a quello che si legge a proposito del Bar dalla Jole che sarebbe a rischio parziale di demolizione di alcuni spazi esterni per non meglio precisati "abusi" riscontrati si legge "dalla soprintendenza" ma si legge, relata refero, anche di un esposto in Procura e di una dichiarazione dell'addetta ai bar e case dei Comune che suggerisce di ottemperare. Allora io non lo so ovviamente come stanno le cose la proprietà afferma che sia tutto in regola, la titolare poi è un'anziana signora che ha rilevato questo ex baretto per pescatori quasi mezzo secolo fa facendolo diventare un luogo snob, trendy, alla moda, questo a mio parere per la vicinanza con la zona finale di Principe Amedeo e limitrofi lato porto in quanto risultava anni e decenni passati l'unico bar dove si poteva andare a fare colazione quando tutti gli altri chiudevano, quindi inizia a frequentarlo la Razza Padrona non me ne vogliano della zona e diventa fatalmente Vip "per l'ampia degustazione di vini". E per una posizione direi abbastanza atipica a due metri dal canale baciato due volte dal sole del pomeriggio quando ti colpisce direttamente e di riflesso dal canale. Dico figli e figliastri perché per esempio altri luoghi hanno subìto sorte simile o peggiore, come il Tricheco sacrificato nei suoi due metri quadri per non deturpare la skyline del Castello: il Comune non ha avuto pietà, insistendo su luogo pubblico lo ha fatto demolire e la cosa paradossale è che gli onerosi lavori di questa nuova area (che non si capisce che entità urbanistica sia non più piazza ma neppure strada) li pagano anche loro ai quali hanno demolito il bar. Ma ci sono attività sotto gli occhi di tutti parlando in astratto e su scala italiana che hanno quintuplicato la superficie, altre che si sono prese strade intere per piazzarci i tavolini, gazebo che sono vere e proprie casette piazzati in piazze rinascimentali, strade strettissime dove non si passa dai tavoli, mare e centro e tutto il Miracolo Economico del turismo come si sa si fonda sull'Abuso e il condono, un abuso, un condono, sopra il tetto ci fai la mansarda poi ci fai i terrazzi e diventa un piano poi sopra ci fai la mansarda e condoni; 2 tavoli fuori diventano 4 tavoli e 16 sedie, poi ci fai una tettoia perché non li vorremo far bagnare questi avventori, no?, poi la chiudi e a qual punto diventa parte del locale e necessiti di un esterno non li vogliamo mica far stare al chiuso e allora altri 2 tavoli fuori... etc. Questa è stata rimini ultimi decenni scoprire un abuso è come scoprire l'acqua calda, villini di 150 mq sono diventati alberghi di 1000 mq etc. Quello che mi sfugge a parte l'accanimento per cui ai miei occhi di dietrologo c'è sempre da domandarsi "perché alla Nella lo contestano e al Violet & Axe no, perché il Tricheco lo demoliscono mentre il "Tajadeli" riceve addirittura finanziamenti regionali e il Roskov viene demolito e Beretta ha i tavoli in mezzo alla strada?". Quindi per parte mia c'è l'impressione sicuramente errata quindi parlo in astratto come parlassi di Viareggio non di Rimini che ci sia disparità di trattamento, chi è del giro chi non lo è chi dà fastidio a qualcuno e qualcuno che è infastidito dalla presenza di un concorrente di cui si libera per vie spicce e può farlo perché interviene una mano santa da nelle vesti della SOPRA intendenza che da par suo zittisce tutti e delibera dispone condanna o salva e se condanna DEMOLISCE le attività di chi lavora per pagare anche gli stipendi dell'ente stesso.
 L. Finotopesce, dottore.