Quando ero un giovane curato di campagna, dicevo Messa mostrando le spalle al Popolo di Dio e, in quel tempo ormai lontano, il Sant’Uffizio ci impose l’obbligo di negare i Sacramenti della Comunione e del Matrimonio a chi si professava comunista. Era la scomunica!
Erano gli anni del padre gesuita Riccardo Lombardi e dei Comitati civici di Luigi Gedda. Si arrivò persino a sostenere che loro, i comunisti, mangiassero i bambini e che avessero tre narici (i c.d. TRINARICIUTI).
Piano piano, però, il lupo ha vestito la pelle dell’agnello e si è infilato nell’ovile.
È caduto il muro di Berlino e sono arrivati i nuovi salvatori della Patria: Prodi, Scalfaro, Marini, Veltroni… tutti rigorosamente europeisti, “Concordatari” e di centro-sinistra.
Adesso noi preti non voltiamo più le spalle al popolo, ci occupiamo di cooperative e di ONG e ci facciamo fotografare dagli e con gli ex apostati, che nel frattempo sono diventati gli alabardieri dei neo-rappresentanti del cattolicesimo democratico il quale, per essere buono, non può che essere di sinistra.
Da ogni parte sventola la bandiera arcobaleno dei diritti civili e la famiglia, per essere tale, deve essere anch’essa arcobaleno (le altre, quelle fondate sul matrimonio e formate da un padre e da una madre, si dice che siano solo una caricatura bigotta e medievale, buona per i monasteri e i conventi sperduti in mezzo alle montagne).
L’arcobaleno sventola vittorioso e con orgoglio persino sui campanili.
Vuoi mettere una foto con la Bonino col turbante o con la Boldrini col velo? Con D’Alema o con J care Veltroni? Con mister cachemire Bertinotti o con il Berlusca attorniato dai cagnolini? Tutto questo rende molto di più a livello mediatico che un selfie con Salvini.
Il politically correct è la stella polare universale, anche della Chiesa.
Il povero Salvini (cioè il Matteo cattivo a differenza di quello buono di Rignano sull’Arno), dovrà aspettare il prossimo inverno e quale novello Enrico IV, a piedi nudi nella neve, dovrà andare a Canossa e sperare di essere, poi, ricevuto dal Papa.
Alla fine tutto grasso che cola per la Lega.
Anche i preti, ormai convertiti al “corretto politicamente”, si accorgeranno che quei quattro vecchi “invorniti” che vanno ancora a Messa non basteranno più per difendere i benetif goduti in questi anni (8x1000, IMU, contributi all’editoria, coop., ONG ecc. ecc.) e che non basterà la frase “Chi sono io per giudicare?” per evitare che il laicismo travolga tutti compresi loro. Sarà troppo tardi.
La Chiesa nella sua bi-millenaria saggezza, dopo aver cavalcato l’onda del modernismo globalizzato, dopo aver sorriso benevolmente alle battaglie per i diritti civili e ai gay pride, dopo aver mostrato una tiepida indignazione sui temi della ricerca genetica e il fine vita, dopo aver steso un insopportabile velo di silenzio sul futuro dei giovani e dei vecchi del nostro amato Paese, forse farà sentire una voce nuova di speranza.
Intanto al grido di “Dio, Patria e Famiglia”, Salvini si ingrassa mangiandosi i voti di quei “cattolici buoni” un tempo di sinistra che, spostandosi a destra, sono divenuti irrimediabilmente cattivi.
Sic transit et gloria mundi
Don Camillo
Don Camillo