martedì 16 aprile 2019

La Libia

Ci sarebbe da aprire una riflessione da sobri su quello che è successo e succede in Libia. Ci sarebbe da aprire una pagina uguale a quando votammo la ratifica al trattato di Maastrich. La verità è che siamo un popolo volutamente tenuto all'oscuro dei dati e quindi profondamente ignorante, non solo per genesi ma per vocazione. Ci accontentiamo di una scheda elettorale su cui fare una croce. E quella croce, termine mai così azzeccato, ci fa risorgere ed emenda da tutti i mali. Ognuno porta la sua come fra Tac è abituato a fare fino al Golgota dove ha incontrato perfino Mangianti. L'amico Zerbini e il compagno Mangianti non sapranno mai come posso sapere. Non è stato il Mossad. Incipit lunghissimo e fuorviante per arrivare a dire che in politica estera siamo più somari dei sammarinesi. Ormai contiamo come la piccola Repubblica delle libertà. Del resto hanno copiato gli stessi metodi umbri, per restare agli ultimi scabrosi risultati delle politiche "progressiste" (sic!!) e degli indagati sulla cima di frate Marino. Tutti parenti, amici, amanti, compagne, mogli, nipoti, ziee, zii... Mi ricorda qualcosa. In Libia l'Italia ha perso la partita in compagnia di UE e ONU. Due istituzioni svizzere che come tali usano o possono usare solo le alabarde, mentre la Francia, USA e Russia... Usano jet supersonic e bombe intelligenti. Ci sarebbe da avvalersi delle Guardie di Rocca o dei Vigili Urbani, ormai dotati di pistola, spray e teser almeno. Mi diverte un casino, volevo scrivere mondo, assistere impotente a questo scioglimento di poli e ghiacciai se non fosse che vengo assalito dalla disperazione per le conseguenze. Si stanno ponendo le basi per conflitti geograficamente probabili nella vecchia Europa. Sapete che sarò morto quando scoppieranno per giusto diritto di anafrafe, ma ciò non mi esenta da responsabilità, né dal dolore di aver previsto il futuro. Spero almeno in questo che verrà corretta la rotta per non speronare un iceberg troppo grande anche per il nostro orgoglio di ex detentori del mondo romanorum dove tutto era nostrum. Perfino il mare! Le aquile del resto sono ormai estinte se non ridotte in enclave e riserve come gli "indiani". Per fortuna non sono mai stato (io) il comandante della Legione Phoenix, ma solo il suo primo ufficiale, di cui mi è rimasto lo stendardo su base rossa e poco d'altro. 
R.Urbinati