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Di strategico c'è solo la presa in giro dei cittadini, degli imprenditori e dei tecnici del settore edilizio. È ora di dire le cose come sono. Dovrebbero affermarlo e denunciarlo le associazioni di categoria immobiliari, gli industriali, gli ordini dei professionisti. Ma tacciono, ciascuno per qualche inconfessabile tornaconto, per qualche recondita complicità con chi intende strategicamente affermare una realtà che è falsa, ipocrita e menzognera.
Ci spieghiamo… Il cosiddetto piano strategico è un'invenzione per non mettere mano al democratico e partecipato processo di pianificazione urbanistica del comune di Rimini. È la scorciatoia finalizzata a indicare e individuare soluzioni di intervento che risiedono nelle menti contorte dei pochi che tengono in pugno le leve di comando, in strategie che hanno comportato il blocco del razionale sviluppo urbanistico della città e il fallimento di quasi l'intera platea delle attività edilizie presenti in zona.
Il piano strategico è la zeppa sindacale per evitare il POC, cioè il piano operativo comunale prescritto dalla vigente legislazione regionale per l'individuazione degli interventi da realizzare in un certo arco di tempo sul territorio comunale. L'eterno dibattito sugli obiettivi del piano strategico è l'arma di distrazione di massa, che getta fumo negli occhi dei creduloni, degli allocchi e degli incompetenti. Segue un'abile piano di comunicazione, che quotidianamente si occupa di mettere in risalto ciò che interessa al sistema di potere locale per mantenersi, consolidarsi e non sgretolarsi. Esso rappresenta quel regime che da 70 anni domina la nostra terra, che non ha minimamente a cuore la concreta risoluzione dei problemi reali della gente. Intollerabile non è solo la strategia distrattiva di chi governa interessatamente le sorti di una città sempre più in rovina e amministrata secondo i capricci di un bimbo viziato, ma anche il silenzio di quell’opposizione parimenti responsabile, che non esercita un controllo serio (ci riferiamo alle forze politiche, alle associazioni dei costruttori, agli ordini dei tecnici e a coloro che sono ben consapevoli di questa distrazione strategica e malamente tacciono o fanno finta di non capire). Essi nulla fanno per denunciarla, per opporvisi e per condannarla senza tentennamenti. Chiedete a qualche esperto del settore, per esempio ad un dipendente pubblico assicurandogli l'anonimato, perché si registra tanto ritardo nell'approvazione del POC (piano operativo comunale). Forse vi risponderà che il comune di Rimini non sta ottemperando alle prescrizioni legislative urbanistiche regionali oppure vi dirà che qualche "facilitatore" non aveva le competenze e le conoscenze necessarie per distinguere un piano strategico farlocco e non contemplato da nessuna legge da un piano operativo comunale previsto da una vigente legge regionale. Alla fine, forse, qualche ufficio svelerà il contorto disegno strategico.
Il Guardiano del Faro