venerdì 25 ottobre 2019

Con la Sovrintendenza

Io sto con la Soprintendenza quando essa è attenta al tema "dehors". Lasciando da parte il caso di questi giorni stagionale/annuale su cui non sono sufficientmente informato vorrei fare una riflessione più generale sulla questione: per me a Rimini si è esagerato. Il Comune noleggia spazi pubblici al settore ristorazione oltre ogni limite e come mai mi è capitato di vedere altrove... forse forse alcune aree di Cesenatico a questi livelli in zona. Regola una: non puoi avere un locale di 50 mq e un esterno di 100 mq dico valori a caso. E' una furbata, è concorrenza sleale verso chi es. non ha spazio per riempire come usa a Rimini in modo massivo strade e piazze di tavoli e gazebo addirittura spesso "afferenti" a strutture minuscole. Processo in atto da qualche anno ed in preoccupante crescendo: ovvio, le parti s'incontrano il comune "noleggia" spazi che dovrebbero essere pubblici e i ristoratori triplicano lo spazio a disposizione. Casi eclatanti di intere strade chiuse al traffico e "noleggiate" a Marina Centro. Casi eclatanti in centro ove qualche giorno fa addirittura una minuscola storica piazzetta dopo essere stata riempita di tavoli anno dopo anno... è stata coperta con un gazebo. Il troppo è troppo c'è poco da fare. Città storiche e visitatissime ci cadono ma ai livelli riminesi poche. Il principio è semplice: la ristorazione la fai dentro, fuori metti qualche tavolo, senza appropriarti di suolo pubblico privandone l'originario utilizzo. Fuori metti 4 tavoli e qualche sedia. Certo ci sono esempi di distese di sedie in luoghi visitatissimi e celeberrimi in Italia ma parliamo di aree grandi, piazze grandi 10 volte quelle riminesi che ben possono sopportare il fenomeno. Poi raramente sono dehors coperti a Rimini ci sono veri e propri locali chiusi da cielo a terra in mezzo alle piazze (!) di pertinenza di locali originariamente minuscoli. Le piazze devono essere libere, di tutti, non a pagamento; insomma mio parere è in atto un'escalation del fenomeno che si nasconde dietro il "fare impresa" che giustificherebbe tutto. Si è esagerato, chi ha poteri se dice "alt" per me fa soltanto bene un domani di questo passo ci saremmo trovati piazzette non più accessibili che agli avventori dei locali, strade che da oggi a domani diventano pedonali e si riempiono di tavoli, addirittura qualcuno che evidentemente sapeva di avere santi non appena terminato il teatro, dopo la retorica delle auto che umilierebbero i monumenti, gli ambulanti cacciati nella emiparte divenuta con Gnassi ig-nobile della città ossia quella ove sta l'arco opposta a quella nobile ove sta il Ponte, dopo tutto questo aveva piazzato tavolini sulla attaccati alla parete del teatro stesso. Dice "ah ma che mal ti fo!?". Mali sono l'aspetto paesaggistico uno. La concorrenza sleale con chi non ha spazi davanti o chi non può permettersi i canoni, di occupazione, trasformare un centro storico in un maxi ristorante all'aperto, sottrarre spazi pubblici, intralcio al transito, idea di svacco, l'idea di un'amministrazione che si vende tutto etc.
In foto vedesi un tipico dehor parigino che ossia qualche tavolo rigorosamente appiccicato al locale per non intralciare che dà addirittura su due strade e non è un buco di 30 mt con 50 tavoli in mezzo alla strada che rischi di andarci contro quelli sono dehors! Infine sulla questione in agenda ossia degli smantellamenti estivi per me va valutato caso per caso: e non si può nemmeno pensare di tenere tutto l'anno una struttura promiscua impattante che sta aperta 4 mesi. In ragione di ciò le due figure assessore e presidente dell'associazione di categoria che difendono i dehors a spada tratta si mostrano sempre più come interessati esclusivamente al settore ristorazione e affini, disinteressandosi del resto degli esercizi. 
S.M.