sabato 26 ottobre 2019

Un Pò di Urbanistica

Un "pò" di urbanistica viene usato per provocare, tanto non succede niente. Siamo una città di prescritti. Uso una materia delicata come lo strumento per decidere le sorti della deposta capitale del turismo. E' diventatro uno sfacciato paravento dietro cui fare tutto. Il Sindaco quando è costretto ad usarlo lo fa con la certezza della sua inutilità come fosse il Metromare. Aveva pensato in grande affidando le sorti di Rimini Future ad Ermeti, il monopattino dei disegnini, slide, slogan e proposte valide per Indino, notoriamente d'accordo a prescindere. Tralascio quello che è successo nel dopoguerra, con la città distrutta. Il solo parlare di pianificazioni rivolte al futuro era impossibile. Eppure alla fine di quel periodo abbiamo visto nascere uno dei primi depuratori d'Italia, la nuova circonvallazione e servizi innovativi per le reti idriche e fognanti. Quando finalmente si impose la necessità di un Piano Regolatore, non esisteva più la storica maggioranza. Il Sindaco del pentapartito era Moretti. Va pure ricordato che dietro c'era un grande funzionario pubblico come l'Ing. Riccardo Cola. Impose un Prg che aveva il pregio di trattare tutte le aree con uguale metodica. Le superfici più estese vennero tramutate in comparti, con la regola trasparente dei tre terzi: costruzione, verde/servizi e cessione al comune. Gli appetiti erano più forti delle deboli resistenze. Quello che avvenne dopo, con l'elezione del sindaco Chicchi e la collaborazione di un certo Gambini, fu il caos concordato. Nacque il mercato degli indici, in particolare per la gestione dei comparti. Il "consulente" Benevolo ritirò la firma dal Piano. Cambiò il presidente della commissione e le osservazioni furono assegnate d'autorità ad un teorico apparato tecnico. Un Prg quasi osceno. L'inferno dei peccati edilizi. La mobilità presentava ipotesi irrealizzabili, con altre inutili. La zona più pregiata, come la marina rimase..bianca, immobile. L'amministrazione Ravaioli, la prima a cui presi parte attiva, fu costretta a variare anche pesantemente. Cito un esempio: la Fiera, nata sui terreni più benedetti, non era dotata della viabilità necessaria. Il dito della scelta (per caso) cadde dall'alto. Quando inizi ad usare la discrezionalità, ti incammini verso scelte pericolose. La Questura fa parte del periodo oscuro. Un Prg sovradimensionato, 20/25 mila appartamenti previsti. Quasi 10 nuovi stadi. Per fortuna (?) è arrivata la crisi. L'improvvisazione diventa regola con Gnassi. Per farlo devi comandare tutto, avere la propaganda amica e quello che rimane delle categorie come sudditi. Gnassi assume i pieni poteri in ambito urbanistico, lasciando all'assessore Biagini il compito di comporre il Piano Strutturale. Burocrazia e vincoli. Il famoso Piano Strategico della Mobilità realizzato in termini certosini dal dirigente Sandro Luccardi (costo zero) che doveva diventare lo scheletro del Piano, è rimasto nel cassetto degli scheletri, con tanti altri studi preliminari.  Piattaforma intermodale delle merci, uffici pubblici, trasformazione della marina e tanto altro. Siamo arrivati all'invenzione di una strada con la locandina del Carlino. Hanno spacciato la pianificazione con l'affissione di cartelli e le rotonde da Fila Dritto. Mobilità autoveicolare, merci, trasporto pubblico, lenta (pedoni, biciclette) disabili, centri attrattivi, parcheggi, mezzi speciali, gerarchizzata (trasferimenti, vicinato, uscite scolastiche. Una volta lo avremmo definito qualunquismo urbanistico. Protagonismo da propaganda. L'accusa più brutta per un rappresentante della sinistra per quanto finita nel piddismo. I cervelli sono fuggiti da Rimini, basta uno. Non puoi prescrivere le colpe della regione. Demagogia ed opportunismo. Poteva respingere il piano strutturale, privo di quegli elementi fondanti. E' tornato il vecchio Prg camuffato da ..Pug. Conosco i polli di Andrea.  Spero siano altri a realizzarlo. Un passaggio storico: dalle lobbies agli interessi generali. Chiederò a Grillo il permesso per votare.