lunedì 7 ottobre 2019

Una Riflessione Industriale

Non ho capito come le statistiche vengano interpretate da Paolo Maggioli, Presidente degli Industriali. Rappresenta l'intero distretto economico romagnolo, ma secondo lui e le stime di casa, quello riminese è il migliore. Difficile assumerla come rassicurazione. Mi ricorda il pericoloso vizio degli anni 90, quando la capitale del turismo iniziò a perdere le presenze straniere. I giornali, ancora non tutti casalinghi, scrivevano che però erano aumentati gli italiani. L'approccio è rimasto quello, con l'aggravante che oggi il ristretto mondo dell'informazione attinge da una sola fonte. Il sistema riminese è al palo, lo conferma lo stesso Maggioli quando affronta il dramma dell'edilizia. Un settore che ha sempre rappresentato il nostro termometro. Ha giustamente affrontato altri temi, usando però generiche espressioni. L'accessibilità del territorio viene curata con l'alta velocità, senza specificare se pensa ad una nuova ferrovia oppure treni più veloci sulla linea esistente. Va detto che con precisi aggiustamenti strutturali e tecnologici sarebbe in grado di fornirci la velocità occorrente. Era in grado di consentirlo anche nella tratta Rimini-Riccione, invece di creare un muro di stupidità politica ed ambientale. Il problema sono le fermate ogni 30 chilometri. Dimostrazione del fallimento del sistema emiliano-romagnolo in ogni settore: fieristico, congressuale, turistico, universitario, aeroportuale e perfino marino. Condivido l'interesse sulla Consolare S.Marino. Non si dilunga sui rimedi di cui ho parlato in un precedente articolo. Finisce naturalmente in gloria, come richiesto. Le lodi al Parco del Mare spero facciano parte di una forzata coreografia più che una personale convinzione. come richiede il Principe. Un confuso intervento di arredo urbano può fermare l'agonia turistica della città? Nell'Associazione sanno bene che il sindaco soffre di allergie da dibattito e non disturbano con le polemiche. Provate a pensare al casino che combinano con i condhotel. Una furberia elettorale, sostenuta naturalmente dalle categorie, che distruggerà le poche possibilità di rilancio della nostra industria. La farsa informativa sbandiera successi e poi è costretta a locandineggiare situazioni da terzo (?) mondo. Gennaio è vicino. Lo si capisce dalle promesse della Petitti.