martedì 23 marzo 2021

La Notte Rosa

Vista da dietro. Nel bene e nel male, con i colori della tavolozza, dopo il famoso evento di Roma, dell'allora (celebre) assessore Nicolini, in tutte le città italiane si sono organizzati eventi. Rimini, aveva già una festa chiamata Gradisca, si è solo cambiato il nome, scegliendo il colore diventato poi una moda (democratica),
 perchè indicava una manifestazione "dolce" con cultura, sport, socialità, ma negli anni, fu la consacrazione del mondo notturno, con qualche comitato, ben remunerato, a fare da contorno. Non a caso Riccione, città ancora turistica, ha detto basta a questi eventi che non attirano e disturbano. Poche parole, l'argomento non merita, la verità è sempre la stessa, sostituire i fatti con la propaganda, facendo leva sul campanilismo ed inconsistenti feticci, per mostrarsi capitale di qualcosa. E' di moda ricordare il passato, mi cimento, avendone molto alle spalle. Oggi parlo, però non a caso, del primo piano spiaggia. Nel Blog lo facciamo da 15 anni. Una solitaria campagna per spiegare e capire la realtà delle nostre spiagge. Ero al termine del mia seconda, lunga esperienza amministrativa, in un partito, i Ds, in liquidazione, per diventare piddini. La miccia fu il Turquoise. La realizzazione, con una manutenzione ordinaria, fece esplodere gli operatori balneari. A gran voce e forza (tanta) chiesero di avere le stesse possibilità. In verità un piccolo esempio, chiamato Parco Spiaggia, lo aveva proposto l'assessore alla pianificazione Melucci, con la consulenza dell'Arch. Volta. Ebbe vita breve, morì d'inedia nei loculi dell'urbanistica. La leggera scottatura, sconsigliò al Vice Sindaco, facente molte funzioni, di correre i rischi di un Piano Spiaggia. Considerato che per il Turquoise, si aprì subito un'indagine, terminata (poi) felicemente con l'unico indagato, innocente. Così pensarono di scaricare la pericolosa incombenza all'assessore Baschetti, come capita spesso nelle brave famiglie, considerato sacrificabile sull'altare dei bagnini. Sandro...Baschetti godeva però di una esperienza professionale, sul tema demaniale, invidiabile e riconosciuta dopo anni di gavetta alla Capitaneria di Porto. Ho sempre rimpianto la cessazione della (loro) gestione demaniale. Oggi sono tutti conoscitori del mondo balneare. Ero al termine della mia travagliata esperienza. Le ragioni, quelle narrabili, le scrissi in una lettera che vorrei fosse, ogni tanto, riesumata dal Carlino. Ricordo perfettamente l'accoglienza che ricevette il Piano Baschetti dai diretti interessati. Una categoria che difficilmente può essere catalogata tra le innovatrici. Le colpe sono sempre molteplici. La nascita delle zone ed il loro rapido successo, veleggiò in concomitanza con gli anni del turismo da numeri folli. Baschetti, in poco tempo, formulò normativa e cartografie.  Qualcuno, malignamente, attribuisce il Piano a Volta. Basterebbe comparare l'originale con il secondo, dettato, riga per riga, dai potenti presidenti di categoria, vi accorgerete dell'abissale distanza tra le due formule. Ricordo benissimo che furono decine e decine le riunioni di quartiere, associazioni, professioni. Le cooperative dovettero accettare (male) l'approvazione. Bagnini/Baristi per una volta solidali, non furono in grado di smontarlo. Inizio una sottile guerra sottotraccia (?) che divenne aperta, quando, dopo l'adozione del Piano, l'assessore rifiutò le loro osservazioni. Come si dice: entravi dalla porta ma venivi gettato dalla finestra. All'amico Baschetti venne riservato il trattamento speciale. Applicando nientemeno che il Codice della Navigazione, ebbe l'ardire di introdurre un articolo che: in assenza di adeguamento alla nuova programmazione, le concessioni sarebbero state assegnate a chi perseguiva il "Maggior Interesse Pubblico", definito dal Piano. Troppo audace o forse preveggente la Direttiva Bolkestein? Gli imprenditori balneari minacciarono anche un ricorso al Tar, finito con le due varianti urgenti pro-bagnini e la cacciata dell'assessore. Pensando ad un rapido trapasso, volutamente, nella pianificazione, non furono inserite regole di manutenzione straordinaria che invece i bagnini reclamavano, dimostrando, platealmente, poi che non volevano cambiare nulla, come è successo. Nella seconda legislatura (2006) il Capo (indiscusso) Melucci, senza alcuna previsione nel programma elettorale, preparò l'agognata variante del tutto come prima, forse peggio. Prodromo delle liste civiche dell'attuale maggioranza. Dopo la fuga dalla sala di Cesenatico, rincorso dai furenti bagnini, per l'indigesta Direttiva, oggi Melucci, pratica un vangelo demaniale diverso. L'argomento spero diventi uno dei temi della prossima campagna elettorale. Non lo puoi ridurre però allo stupido schematismo, per cui o sei con me sotto l'ombrellone o sei nemico dei bagnini, alle volte con i baristi. I mosconai non li vuole nessuno. Una politica meschina che ha goduto della primaria benedizione di Arlotti e Pizzolante, diventata terra di caccia nell'arco costituzionale. Gli ultimi arrivati, i comici, ma rivoluzionari grillini, addirittura sposano la spiaggia. Parliamo del bene più prezioso rimasto alla città. Ne discutiamo, senza casacche o canottiere, abbandonando l'alterigia da padroni della sabbia. La proprietà è dei cittadini, decidono loro. Noi però dobbiamo raccontare la verità.
PS Foto: presagio, laicamente, condivisibile, però non corretto.. politicamente.