domenica 14 marzo 2021

Adesso, Però, Basta!


Tutto cominciava un anno fa con un lockdown: chiusura totale, gli italiani a casa, a cantare, suonare, a sfornare pizza e pane, a gridare e a chiamarsi dai balconi, a scrivere ovunque. Negozi chiusi, chiusi bar e ristoranti, chiusi parrucchieri, palestre e centri estetici, mentre negli ospedali la pandemia costringeva il personale sanitario a ritmi e a turni di lavoro massacranti, esposti a rischi altissimi di contagio perchè costretti a lavorare con Dispositivi Individuali di Protezione “di fortuna” o “non convenzionali”. Non dimenticheremo mai il suono assordante del silenzio delle città e dei paesi deserti e fermi, non dimenticheremo le sirene delle autoambulanze che squarciavano il vuoto delle strade sfrecciando da o per gli ospedali, non dimenticheremo gli annunci alla cittadinanza dagli altoparlanti dei mezzi della protezione civile, non dimenticheremo le lunghe file agli ingressi dei supermercati e dei pochi negozi aperti, non dimenticheremo le colonne di mezzi militari carichi delle bare dei deceduti per covid della bergamasca, non dimenticheremo il dolore composto e dignitoso dei famigliari di chi è letteralmente “scomparso” dalla propria comunità e dai propri affetti, non dimenticheremo le immagini del personale sanitario, dei loro volti feriti dall'uso dei DIP e dei loro corpi stremati abbandonati su giacigli di fortuna. Atmosfera surreale, allucinazione collettiva letteralmente impressa indelebilmente nelle nostre menti. Non dimenticheremo mai. All'inizio dell'evento pandemico il timore diffuso era il contagio; oggi il contagio è un dettaglio rispetto a tutto quanto siamo stati costretti a vivere in Italia, è un dettaglio rispetto a quanto ancora oggi siamo costretti a vivere, rispetto a tutto quanto la pandemia ha trascinato con sé. Per il timore di perdere la salute e la vita abbiamo ceduto la libertà, il lavoro, la socialità, la dignità; abbiamo barattato i diritti con la protezione, l'immunità con la sopravvivenza, la salute mentale con l'incolumità fisica, e tutto ciò ci ha resi più poveri, più infelici, più cattivi, più aggressivi, più depressi, più impauriti, più deboli, più asserviti, pure più brutti e più bruti. Il governo ci ha obbligati a restare a casa rinunciando al nostro lavoro, al nostro stile di vita, alle nostre abitudini, ai nostri affetti, ai nostri redditi; ci ha obbligato a mascherarci rinunciando alla nostra identità, ci ha compresso le libertà con un regime di sorveglianza e con una dittatura sanitaria senza precedenti, ci ha violentato psicologicamente bombardandoci con messaggi mediatici di terrore ed allarme (che avevano lo scopo occulto di intimidirci, ammaestrarci, ammansirci), le testate giornalistiche hanno smesso di dare notizie per “indottrinarci”, con precetti e moniti, sui corretti comportamenti, per esortarci a conformarci, ad allinearci, a non discutere. E fu la prima ondata … E fu la seconda ondata … E fu anche la terza ondata, nella quale siamo oggi immersi. E ogni volta, per il governo e per il suo CTS, ogni ondata è colpa di noi cittadini, di noi negligente popolo italiano, di noi che siamo responsabili (secondo loro) della seconda ondata di Ottobre perchè ad Agosto abbiamo abbandonato le restrizioni per dedicarci alla “movida”, di noi che siamo responsabili (secondo loro) della terza ondata di Marzo perchè a Natale abbiamo abbandonato le restrizioni per dedicarci allo shopping. Abbiamo fatto sacrifici immani, inimmaginabili fino a prima dell'epidemia, per cosa? Se dopo un anno si è al punto di partenza, a cosa sono serviti 100.000 morti e perdite economiche, tra pubblico e privati, stimate in migliaia di miliardi? Abbiamo sacrificato tutto in nome di una effimera protezione che il governo non ci ha mai dato, che non abbiamo mai avuto; il governo ci ha usato, ha usato la nostra ingenuità e la nostra buona fede, ci ha illuso e tradito. ADESSO, PERO', BASTA ! Basta spargere sul popolo colpe che il popolo non ha, colpe che sono del governo, che ha affrontato la pandemia proclamando lo stato d'emergenza e chiudendoci in casa, e che non ha mai variato l'esclusivo obiettivo su cui si è concentrato, ovvero la salvaguardia del SSN, obiettivo per il cui raggiungimento è stata scelta ed attuata la sola strategia di immobilità e di blocco dell'attività del Paese. Il governo e i suoi Ministri hanno sbagliato tutto, per questo dopo un anno si è esattamente al punto di partenza. Hanno peccato di incuria e superficialità non occupandosi dell'aggiornamento del piano antipandemico datato 2006, quindi vecchio di 14 anni, ovviamente obsoleto quando la pandemia è giunta in Italia. Hanno sbagliato a non prendere in considerazione il piano antipandemico del 2006, che, per quanto vetusto, era comunque l'unico di cui l'Italia era dotata, ed era comunque una risorsa a cui affidarsi; ricco com'è di esperienze e contenuti, avrebbe fornito preziose indicazioni per agire subito senza incertezze e con cognizione. E' il 29 Gennaio 2020 quando al Ministero della salute si riunisce la task force del Ministro Speranza di cui fanno parte Giuseppe Ippolito, Agostino Miozzo, Giovanni Rezza e Silvio Brusaferro; presente, naturalmente, il Ministro Roberto Speranza; viene presa la più scellerata decisione sul piano pandemico del 2006: non verrà attuato. Le domande sono più che legittime: se il governo avesse osservato i protocolli contenuti nel piano antipandemico 2006, anziché agire da dilettanti allo sbaraglio, quante vite avremmo potuto salvare? Quante sofferenze (affettive, economiche, psicologiche, fisiche, relazionali, ecc ecc) sarebbero state risparmiate agli italiani? E sia chiaro che il diretto responsabile del gigantesco scandalo “piano antipandemico”, per il quale sono in corso corpose inchieste, è il Ministro Roberto Speranza, che se avesse un briciolo di dignità si sarebbe dimesso mesi e mesi fa, e che mai avrebbe dovuto essere riconfermato. Data l'incapacità e l'inefficienza dimostrate (sfociate nel licenziamento con l'insediamento del governo Draghi) hanno sbagliato a nominare Commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri, il quale rimarrà nella storia di questa maledetta pandemia per i flop realizzati. E ancora una volta, unitamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, responsabile diretto della pessima scelta di Arcuri è il Ministro Roberto Speranza. Hanno sbagliato con le mascherine, prima regalate alla Cina dal Ministro degli esteri Luigi Di Maio, e poi divenute oggetto di scandali e al centro di inchieste in corso di cui sono piene le cronache di questi giorni. Ancora una volta, anche di questo scandalo, e di tutti gli scandali connessi alle forniture e alle dotazioni al SSN dei dispositivi di protezione individuale e del materiale e dei macchinari sanitari, responsabile è il Ministro della salute Roberto Speranza. Hanno sbagliato a crogiolarsi nel “dolce far nulla” durante l'Estate; tre mesi in cui il virus ha mollato la presa, e che avrebbero potuto rivelarsi preziosissimi per blindare l'Autunno e anticipare le naturali strategie virali di sopravvivenza (le varianti …). Hanno sbagliato a non sfruttare i mesi estivi per la preparazione del piano di vaccinazione, che sarebbe stato necessario all'arrivo dei vaccini in Autunno; a causa dell'inefficienza governativa a tutt'oggi l'Italia non è dotata di un piano di vaccinazione, e, ancora una volta, diretto responsabile di questa gravissima mancanza è il Ministro della salute Roberto Speranza. Le imprese farmaceutiche avevano annunciato che entro la fine del 2020 sarebbero stati pronti i primi vaccini, avvisando gli Stati di prepararsi alle vaccinazioni. Il Ministro Speranza annunciava di aver personalmente sottoscritto contratti con le imprese farmaceutiche per forniture di milioni di vaccini; si scoprirà poi che gli annunci del Ministro Speranza erano bugie: non ha mai sottoscritto personalmente i contratti per le forniture di vaccini, dato che, come è noto, è l'Europa ad averli sottoscritti, avendo centralizzato gli acquisti. Anche per le bugie raccontate agli italiani il Ministro Speranza dovrebbe dimettersi. Hanno sbagliato con i banchi a rotelle, che alla fine sono finiti nelle soffitte scolastiche perchè provocano danni alla schiena degli studenti. Hanno sbagliato a non investire nell'ampliamento degli spazi didattici delle scuole, unica soluzione che avrebbe consentito a bambini e ragazzi di mantenere l'istruzione in presenza anziché costringerli alla didattica a distanza, che ha logorato i nostri giovani non soltanto dal punto di vista formativo e culturale, ma anche relazionale, sociale, emotivo e psicologico. Più di una generazione è stata indelebilmente segnata dalle scelte improvvide e poco lungimiranti del governo; non è un caso che le altre nazioni non abbiano scelto la tecno-soluzione, nonostante dispongano di reti digitali certamente più capillari e più efficienti di quella italiana. Nei giovani italiani sono aumentati i casi clinici di stress e di ansia, di depressione, di sindrome d'abbandono e di panico, di comportamenti aggressivi, oppositivi e trasgressivi; è aumentato l'uso di psicofarmaci in età pediatrica, il numero dei tentativi di suicidio ed il numero dei suicidi giovanili. Perchè la vita che non è più vita, soprattutto per i giovani, non merita di essere vissuta. Hanno sbagliato la politica dei trasporti, hanno investito risorse pubbliche nei bonus monopattino anziché sfruttare le stesse risorse per implementare il numero di autobus pubblici al fine di distribuire il numero degli avventori sul doppio dei mezzi negli orari di punta; da Settembre gli autobus si sono riempiti di lavoratori e studenti e, data la costipazione, non sono stati osservati gli opportuni distanziamenti di sicurezza anti-covid, nonostante la Ministra Paola De Micheli abbia dichiarato a suo tempo che gli autobus costipati non erano realmente tali ma solo un “effetto ottico”. Capitolo “ristori”. Hanno sbagliato pure questi. Hanno sbagliato il principio, e l'errore è già nella definizione: “ristori” anziché “risarcimenti”. Infatti, se un'istituzione impone la sospensione di una attività economica provocandone la cessazione del lucro, che è uno degli scopi di un'impresa, l'istituzione dovrebbe risarcire il danno emergente. 420 miliardi di euro rappresenta la stima, elaborata dalla CGIA di Mestre, della perdita di fatturato per le PMI italiane nel 2020 a causa delle chiusure e delle restrizioni imposte dai DPCM covid. 29 miliardi di euro (di cui 11 miliardi sono contributi a fondo perduto) sono i “ristori” concessi dallo Stato in aiuto alle imprese, il 7% delle perdite stimate. Le cifre non necessitano di commenti, ma le azioni (o le intenzioni) sì. Col senno del poi si comprende il motivo della proroga infinita dello “stato d'emergenza” pandemico dichiarato il 31.1.2020: in virtù dello stato d'emergenza tutto può e deve essere immolato sull'altare della salute pubblica: ma quali risarcimenti ... nessuna perdita economica può essere considerata bene superiore rispetto alla salute pubblica; quindi, imprenditori italiani, accontentatevi dei ristori! E per fortuna gli altri Stati europei hanno risarcito corposamente le imprese per le chiusure imposte, per questo il governo italiano non ha potuto esimersi dal ristorare … il 7% … quasi una beffa. A proposito di chiusure e restrizioni anti-covid... L'ISS riceve i dati sulla pandemia (contagi, ricoveri, decessi) dalle Regioni; i dati, con l'aiuto della Fondazione Kessler, vengono elaborati applicando stabiliti algoritmi, vengono anche trasformati in grafici, poi vengono resi pubblici ogni Venerdì. Dall'inizio della pandemia scienziati, intellettuali, ricercatori, giornalisti hanno richiesto al Ministero della salute e al Governo l'accesso ai dati primari, ai dati grezzi, quelli che arrivano all'ISS dalle Regioni, ma le innumerevoli richieste sono tutte rimaste inascoltate, perchè? La società civile italiana è pronta a supportare le istituzioni con le sue risorse cognitive, esperenziali e formative, ma non può farlo senza conoscere e studiare i dati, i numeri. Inoltre, attualmente non risulta esserci un organo di controllo sui numeri che giungono all'ISS dalle Regioni; è mai stata presa in considerazione l'ipotesi che i dati inviati potrebbero anche essere inesatti o errati? E' mai stata presa in considerazione l'ipotesi che il governo centrale, i governatori locali e il CTS potrebbero aver preso, e potrebbero prendere, decisioni sbagliate conseguenti a dati sbagliati? E' mai stata presa in considerazione l'ipotesi che qualche zona rossa, con tutte le pesanti ripercussioni per la cittadinanza, potrebbe essere stata decretata sulla base di dati errati? Il Governo e il Ministero della salute sono stati sordi a qualunque richiesta: nulla da fare, ai dati non si accede. Qualcuno diceva che ; in una frase: il potere politico dei dati e degli scienziati sono pericolose minacce per la democrazia. A buon intenditor ... E, per inciso, accedere ai dati avrebbe forse evitato ulteriori errori del Governo e del Ministro della salute Roberto Speranza in merito alla decisione di adottare il parametro RT per la scelta delle strategie anti-covid, parametro sbagliato, purtroppo. Già, anche questo hanno sbagliato, perchè RT misura la velocità di propagazione virale, tema centrale se la strategia che s'intende adottare è “di mitigazione”, ma si tratta di una strategia sbagliata perchè non è risolutiva. Infatti, i Paesi che hanno battuto l'epidemia hanno adottato un'altra strategia: quella “della soppressione”, e per tale strategia non deve essere adottato il parametro RT. La strategia di mitigazione contiene, non risolve, l'epidemia, ecco perchè a distanza di un anno l'Italia è al punto di partenza. Se si adotta la strategia “stop and go” delle intermittenti aperture e chiusure (per “mitigazioni” momentanee), si fanno danni enormi all'economia, si rallenta la diffusione dell'epidemia solo momentaneamente, ma non si risolve. Infatti ... ADESSO, PERO', BASTA ! Non è il grido di una becera e oscura opposizione, ma è il grido di un popolo profondamente ferito e offeso, tradito; non è il grido della rabbia irragionevole, è il grido della stanchezza, delle speranze disattese, è il grido della disperazione. E' il grido di chi è fortemente convinto che esiste un altro modo. Per onestà intellettuale va puntualizzato che l'attuale Governo Draghi si è insediato soltanto il 13 Febbraio 2021, pertanto non può essere ritenuto responsabile delle malefatte del precedente governo Conte 2. Al governo Draghi sono rivolti elogi per aver allontanato Angelo Borrelli dal comando della Protezione Civile, per aver licenziato Domenico Arcuri dal ruolo di Commissario straordinario all'emergenza covid, e per aver archiviato il progetto “Primule” partorito da Arcuri, progetto inutile per le vaccinazioni, utile solo a sprecare altro denaro pubblico. Tuttavia, il nuovo Governo Draghi ha disatteso una discontinuità in merito all'approccio alla pandemia, ha disatteso azioni ed intenzioni diverse rispetto al governo precedente: “il governo dei migliori” non può, se non altro per definizione, seguire le orme del governo dei peggiori. Non è insistendo con le chiusure e con le restrizioni che si salverà il Paese dalla pandemia, per questo dopo un anno di misure restrittive si è esattamente al punto di partenza. Persistendo cocciutamente con le chiusure si è ottenuta solo la rovina del Paese, il totale disastro economico e sociale. Uno studio condotto da scienziati dell'Università di Stanford, pubblicato in questi giorni, stronca i lockdown: dall'analisi emerge che non ci sono significative e proporzionali corrispondenze tra l'applicazione delle misure restrittive e l'arretramento del contagio. E' stato analizzato l'andamento della pandemia in dieci Paesi (Inghilterra, Italia, Francia, Germania, Iran, Paesi Bassi, Spagna, Corea del sud, Svezia e USA) ponendoli a confronto. Ad es. la Francia, dove state adottate estreme misure restrittive, è stata confrontata con Svezia e Corea del sud, Paesi dove non sono state adottate misure restrittive estreme e prolungate; i benefici sul numero dei contagi e dei decessi della Francia rispetto alla Svezia sono stati di appena il 7% e rispetto alla Corea del sud sono stati del 13%. I grafici dello studio che rappresentano i dati di diffusione del virus, appaiono sorprendentemente simili, nonostante le diverse politiche nazionali; pertanto, la domanda sorge spontanea: piccoli benefici giustificano i sacrifici estremi sofferti dalla popolazione? La storia insegna che le dinamiche pandemiche hanno oscillazioni e variazioni nel tempo e nel territorio, e che il rallentamento del contagio avviene più a conseguenza di dinamiche naturali che di decisioni politiche; la regressione dei contagi si verifica spontaneamente, per processi naturali e per cambiamenti comportamentali della popolazione, indipendenti dalle restrizioni imposte. Ma poi, le restrizioni imposte dai DPCM e dai DL sono legittime? A quanto pare, no. L'11 Marzo 2021 sono state depositate nella cancelleria del Tribunale di Reggio Emilia le motivazioni di una sentenza in merito alla legittimità del primo DPCM, quello datato 8 Marzo 2020 ed emanato da Giuseppe Conte, che imponeva divieto di spostamenti e obbligo di autocertificazioni. Ebbene, la sentenza: e, nel nostro ordinamento giuridico, una simile restrizione della libertà personale può essere solo stabilita da un giudice penale per alcuni reati; l'art.13 della Costituzione sancisce che misure restrittive della libertà personale ; a maggior ragione la libertà personale non può essere limitata a una pluralità indeterminata di cittadini. Inoltre, la stessa sentenza toglie ogni fondatezza alle obiezioni sulla necessità, attraverso i DPCM o i DL, di limitare la circolazione delle persone per lo stato d'emergenza pandemico: ; lo “stai a casa” non può essere inquadrato come semplice limitazione al diritto di circolazione, bensì come arresto domiciliare comminato in violazione della Costituzione, senza reato e senza proporzionalità. Qualunque norma, sia essa DPCM o DL, comprima le libertà personali sancite dalla Costituzione, è da ritenersi fonte d'illegittimità costituzionale rilevante. Dopo i tanti errori del governo pagati dal popolo con tanta sofferenza, il popolo non merita altre lesioni, altre violazioni, altre beffe, merita gentile rispetto. L'Italia ora ha due priorità assolute: ristorare il bilancio pubblico e restituire agli italiani la loro vita, la loro normalità. Per la prima opzione il governo Draghi deve lavorare “pancia a terra” per preparare al più presto un Recovery Plan che consenta di portare a casa il denaro europeo del Recovery Fund. Per la seconda opzione, avendo lo Stato scelto la via della vaccinazione di massa, in sinergia con la UE, comunque la si pensi non resta che preparare un buon piano di vaccinazione e procedere a vaccinare rapidamente tutti coloro che vogliono e che possono farlo. Tuttavia, il gigantesco problema sanitario non si risolverà solo con la campagna di vaccinazione. La vaccinazione offre una certezza: riduce la gravità sintomatica della malattia, quindi riduce il numero dei ricoveri ospedalieri e il numero dei decessi, ma non estingue i contagi e non uccide il virus. Solo il tempo e le leggi della natura decideranno le sorti di questa pandemia. Intanto, l'immunità vaccinale ha una durata limitata a 6/7/8 mesi, e qualunque vaccinazione dovrà sempre fare i conti coi fattori variabili “varianti”, che potrebbero inficiarne l'efficacia. Pertanto, si dovrà, contemporaneamente alla vaccinazione, creare una rete di presidi sanitari territoriali per alleggerire il più possibile la pressione sugli ospedali; si dovrà potenziare la cura a domicilio, se e quando possibile; si dovrà lavorare per assicurare il distanziamento negli istituti scolastici e nei mezzi pubblici di trasporto, regola basilare per una pandemia che si nutre di prossimità; ultimo, ma non ultimo, si dovrà attuare una efficace campagna d'informazione sulle buone pratiche a sostegno del sistema immunitario dell'organismo, origine naturale della più efficiente vaccinazione, della più efficace immunità: tutti i contagiati covid asintomatici, o che hanno sviluppato sintomi lievi, si sono salvati grazie al loro sistema immunitario, sono immuni grazie al loro sistema immunitario. Il governo Draghi ha una responsabilità gigantesca su di sé: non può sbagliare e deve agire in fretta. Mario Draghi ha chiesto tre mesi al popolo italiano, ha chiesto agli italiani di resistere ancora tre mesi; per un popolo stremato, tre mesi sono un tempo infinito, ma il popolo italiano glieli concederà. Mr. Draghi, aiuti l'Italia a sollevarsi dal baratro in cui si trova, e l'Italia non solo le concederà tre mesi, ma le concederà la poltrona della prima carica dello Stato. Con merito. E … se trova qualche minuto libero tra una priorità e l'altra, convochi il Ministro Roberto Speranza, e per carità di patria ne pretenda dimissioni immediate. Con disonore.