sabato 13 marzo 2021

Un Appello

Rivolgo l'appello ai pochi amici che in questi anni si sono occupati del tema, senza indossare canottiere o magliette di partito. Ho iniziato un confronto che spero si concluda con una proposta programmatica, condivisa onestamente. La Direttiva Bolkestein è il simbolo dell'Europa, riferimento diretto al libero mercato continentale, stabilito, in termini fondativi, dal Trattato di Lisbona. Non è prologo, ma caposaldo. Al confronto, qualsiasi leggina o distrazione demaniale a scopo elettorale, fa ridere. Le proposte italiane, sostenute dal basso consenso, con l'aggravante di essere quasi totale, sono state "giuridicamente" sconfitte sui fronti nazionali ed europei, provocando una tempesta demaniale destinata a scoppiare. Rifiuto l'ultima puntata della sceneggiata. Il mio artigianale blog, munito però di una esperienza ventennale e del consiglio fraterno di qualche (vero) esperto, aveva previsto la fine dolorosa per protagonisti e beffati. Il Pd ha, sempre, la colpa maggiore. Governatori, assessori, sindaci, dirigenti hanno imbastito una scandalosa, pericolosa gara a chi si mostra più amico dei bagnini. Una categoria seria vi chiederebbe i danni. Lo faranno, quando altri li esigeranno. Inutile piangere sulla sabbia gettata negli occhi dell'elettore. Occorre trovare la soluzione per un "trapasso" intelligente, con pochi danni collaterali. Il sistema balneare ha retto e funzionato. Deve diventare però il traino del turismo riminese. Nel contempo sarebbe sufficiente riscrivere la normativa demaniale, ritornando sulla rotta maestra del Codice della Navigazione. Con poche norme, ma chiare, ha funzionato perfettamente per oltre mezzo secolo. Io sarei anche per il ritorno al "controllo" della Guardia Costiera. I militari hanno sempre svolto il loro dovere. Mia "personale" opinione che non significa guardare al passato, per quanto funzionante, ma godere di leggi puntuali. I comuni incaricati della gestione, sono diventati per obblighi e scambi, piccole repubbliche deliberanti e conniventi. Con l'aiuto di una normativa volutamente confusionale. Sono consapevole che l'argomento abbia aspetti calcistici: tutti parlano, pochi capiscono. Limiterò lo scritto alle questioni più eclatanti. Per far toccare con mano il delirio normativo, cito l'introduzione del cosiddetto "Diritto d'Insistenza" per i concessionari. Una "assegnazione" divina. Eliminato (a fatica) perchè metteva in discussione l'essenza del Diritto Pubblico Italiano. Altro aspetto pericoloso che tutt'ora rimane, è la dicitura "Concessioni d'Interesse Turistico Ricreativo". Labile, quasi indefinibile, sul piano formale, colloca le altre destinazioni demaniali nelle mani di un Dio minore. Una officina meccanica che ripara motori nautici è forma speculativa? Mi permetto queste puntualizzazioni, perchè secondo leggi scritte da incapaci, questo tipo di concessione doveva essere obbligatoriamente messa a bando. Le "inventate" proroghe si rivolgevano solo alle concessioni turistiche ricreative. Tutti (tutti) i dirigenti comunali che applicano, con o senza pressioni, le proroghe, potrebbero essere accusati di inadempienza. La questione che più mi interessa è l'aspetto della nuova spiaggia. Gli investimenti per farla ripartire sono bloccati da un sistema tariffario fisso che non valuta il capitale investito. Avete sentito un normale assessore al demanio, pur con il fiato grosso per le corse sindacali, che abbia introdotto alla sua maggioranza l'argomento? Chi investirà, a meno non voglia solo "nascondere", sapendo che lo Stato richiede canoni, pari agli affitti commerciali di opere e/o manufatti già in essere? Il Triangolone, gravato, grazie al protagonismo di Gnassi, di un canone demaniale di circa 700 mila euro, rende impossibile ogni forma di investimento. La darsena non sarebbe mai esistita, se i realizzatori avessero avuto questa penalizzazione. Nell'originario Codice della Navigazione, il capitale investito, era determinante, con la durata del contratto, per stabilire il canone annuo, riconoscendo l'ammortamento di un'opera che allo scadere della concessione diventava proprietà dello Stato. In termini operativi, per quanto riguarda noi riminesi, significa che ripristinando la suddetta regola, diventa più concreto l'auspicio di un rinnovamento autentico del sistema infrastrutturale balneare. Pongo massima importanza all'argomento. Lo ritengo dirimente per la mia adesione a qualsiasi formula elettorale. Non mi interessano le provenienze, ma dove andiamo. La questione demaniale è un caso semplice, consente di capire però il corto circuito lobby e consenso. Ha permesso vantaggi ad entrambi i protagonisti. Economici ai primi, il Palazzo agli altri. Ho affrontato un aspetto, importante, sintomo di un Paese da rifondare. Termino l'amichevole appello. Non andate oltre, in una guerra ventennale persa in partenza. Il Premier "gridato" dai veri padroni, è il più sordo a queste richieste. La sua Europa ha già risposto. Facciamo da soli, abbiamo creato il vecchio turismo balneare, siamo in grado di rifarlo, meglio. Senza il Pd. Lasciamolo crogiolare al nuovo sole dell'avvenire.