Nota stampa della segretaria CSP della UIL Giuseppina Morolli e del segretario provinciale UIL Scuola-RUA
di Rimini Antonio Pagnotta.
Negato il vaccino ai docenti e personale ATA proveniente dalle Marche e da altre Regioni Italiane.
Siamo alle solite come sempre chi ci rimette sono i lavoratori e le famiglie e i cittadini, quello che sta
succedendo ha dell’emblematico, lavoratori della scuola trasferiti da altre provincie, da altre regioni per un
posto cattedra, un posto di lavoro nelle scuole della provincia di Rimini e in altre province italiane sono
come sempre vessati da una burocrazia irrispettosa dei diritti dei lavoratori, delle famiglie e degli alunni di
ogni ordine e grado e in particolar modo dei diritti alla salute, in particolare nella grave situazione in cui si
trova l’Italia con la pandemia e con la critica situazione sulle vaccinazioni, vaccinare oggi i docenti e il
personale ATA proveniente dalle Marche, o da altre regioni d’Italia è diventato quasi impossibile perché la
normativa regionale differisce da regione a regione quindi i lavoratori rimpallati da una regione all’altre
senza capire quando vaccinarsi e dove vaccinarsi.
“Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani”. Frase famosissima di Massimo D'Azeglio. Frase ancora attualissima
se solo si pensa a quanto stanno vivendo gli operatori del mondo della scuola delle Regioni, Emilia Romagna
e Marche e delledue province Rimini e Pesaro vicinissime tra loro. Più volte saliti alla ribalta in questo anno
di pandemia per molti problemi. Non potersi spostare tra comuni che, in tempi normali vivono in simbiosi.
Basta pensare a Gabicce e Cattolica o a San Giovanni in Marignano e Tavullia, solo per citarne alcuni.
Orbene la fragolina sulla torta di questi ultimi giorni è l’impossibilità per moltissimi lavoratori del pubblico
impiego domiciliati in questi comuni, a mettersi in fila per l’ambito vaccino. E così capita che, se lavori in
Romagna e sei residente nelle Marche devi metterti in fila nella Regione di residenza. Ma se peggio ancora
sei domiciliato nella regione dove lavori e residente in altra, magari del sud o del nord della penisola, si
rischia di rimanere al palo perché non si è né in elenco nella Regione di residenza e neppure in quella del
domicilio. Insomma, altro che fatta l’Italia bisogna fare gli italiani! Qui bisognerebbe mettere d’accordo le
Regioni perché, a quanto pare, l’unità agognata dal lontano 1861, ancora ce la sogniamo! Certo, qualcuno
obietterà che in tema sanità, ogni Regione ha leggi specifiche. Ma in questa particolare situazione, quando
la divisione in colori della penisola e invito a non mettersi in viaggio è vitale, non sarebbe meglio superare i
confini geografici, ma soprattutto burocratici permettendo a tutti di mettersi in regola?In un momento in
cui si chiedono lacrime e sangue a settori come la sanità a cui va riconosciuto quotidianamente l’impegno o
come la scuola che vuole tornare a lavorare con i propri alunni in tutta sicurezza, come finora ha mostrato
di saper fare, applicando i protocolli, non sarebbe meglio acquisire gli elenchi dei lavoratori delle singole
scuole e procedere senza verificare se residenti o meno? Di qui l’invito a tutte le autorità competenti
comunali, provinciali e regionali a superare questo grande scoglio che mette a dura prova tantissimi
lavoratori e a farlo subito perché ogni giorno che passa è un giorno perso oltre che rischioso.
La segretaria Provinciale UIL Rimini Giuseppina Morolli
Il Segretario Provinciale UIL Scuola RUA Rimini Antonio Pagnotta