martedì 11 maggio 2021

L'Eredità di Gnassi


Non quale chi 
sia il depositario privilegiato, forse Barnabè, ma il testamento politico di Andrea Gnassi dovrebbe essere pronto. Sembra che fama ed apprezzamenti da lungomare, vengano trasmessi a Jamil, gli insulti e le bestemmie per colonie e bandi,  sono consegnati alla nemica Petitti. Teatro e Castello, patrimonio dell'umanità beota, servono per la prossima capitale. Quanto vale (adesso) il Pd a Rimini? Concedendo, come fossimo nel circo gnassiano, che le (almeno) due correnti producano la somma dei voti, senza fughe civiche, sono per un (regalato) 20%. Per arrivare al 45 che ti porta al ballottaggio, devi clonare quello che rimane del Movimento di Ghinelli, gazebo compreso e moltiplicare pani e voti curiali, solidali, cooperativi ed i servizi prorogati. Il regime consolidato da decenni di potere. E' mutato quello originale socialcomunista, conteneva una ferrea divisione dei compiti e rappresentanze. Il Pci guardava i lavoratori, quelli veri non i distanziati a stipendio pieno. I socialisti, come Gassman erano almeno tre passi avanti. Non ci fu mai l'unione tra pensieri e culture. Sarebbe nato un partito riformista, quando occorreva. Oggi vince (temporaneamente) la protesta, nel Paese che fallisce tutte le riforme. Non c'è bisogno di scommettere, quella della giustizia è il solito paravento per lasciare le cose come sono. Meglio un referendum, chiaro, preciso, senza trucchi ed inganni. L'aspetto che ci rende  inaffidabili è il silenzio sul tema. Sembrano tutti impegnati a trovare un presidente e possibilmente un allenatore alla Juve. Andrà meglio con il Recovery. Stiamo uscendo dalla pandemia di Speranza, penso definitivamente, anche se ci sarà sempre qualche focolaio ed una movida da combattere per gratificare i garantiti dal Pd. Spero che in ottobre, terminata l'ultima stagione alla Gnassi, senza citare le comparse del nostro giornalismo a comando, ci sia l'auspicata alternanza agli Indino e Rinaldis. Non sarà un cambio tra due schieramenti che localmente fingono di opporsi, ma una salutare rivoluzione voluta dal popolo. Rimini deve rinascere. Lo può fare, con una guida diversa. Gnassi ha liftato la città, i cambi di direzione sono indicazioni stradali per la grande distribuzione. Centro storico da movida ma la spesa la "devi" fare dove ci sono i parcheggi. Mobilità demenziale. Abbiamo la circonvallazione più vecchia della regione. Non hanno costruito una arteria, ma riempito quelle che c'erano di cartelli. Chiuso il ponte d'accesso al Centro e creato uno stupendo Borgo Fortunato ad avere quattro ristoranti e posti auto d'affittare. Ai "periferici" vengono donati pezzi pedonalizzati di lungomare, rivestiti come toilettes. Dopo quasi due anni di lavori infiniti, gran parte deve essere rifatta. Un cantiere alla S. Pietro. Ha ragione l'amico Biagini, non ci sono più i "facilitatori" di una volta. Li hanno prescritti.