lunedì 10 maggio 2021

Secondo Indino

Secondo il sindacalista per Gnassi, collocato in confcommercio, l'apprensione degli operatori turistici e commerciali è tutta rivolta alla fusione (?) della Fiera di Rimini con quella di Bologna. Il virus ha provocato danni incalcolabili alle espressioni di questo regime. Credo di conoscerne più io, ma nessuno ha mai introdotto l'argomento, tra paure e fallimenti, considerandola inevitabile per una città scomparsa anche politicamente. Cagnoni ha rappresentato (da solo) una delle poche figure di rilievo nello sconsolato panorama, costretto a rivolgersi al Dott. Ravaioli per non scomparire. E' stato definito civico, termine talmente abusato che copre anche gli sconosciuti. Correttamente, il sindacalista del commercio sparito cita la collega del turismo scomparso. Riesce  ad esprimere delle "perplessità", il massimo consentito dal regolamento delle proprietà intellettuali circolanti. Il presidente della Confcommercio provinciale Gianni Indino, che nella gerarchia sindacale vale meno di Lucio Paesani, appena partito, ha subito precisato, per eccesso d'audacia, che: si tratta di un passaggio fondamentale che permetterà al nuovo soggetto di diventare il primo gruppo fieristico in Italia, il terzo d’Europa. Lui (spera) di rimanere anche su quel carro. Quanti ne leggeremo sempre provenienti da quel ramo del Lago di Gnassi?