Don Camillo
giovedì 12 maggio 2022
I Molestatori
Nell’immaginario collettivo, l’alpino non è tipo alla Sergio Giordano, bell’uomo, con i baffi ben curati, perfettamente azzimato, con la piuma sul berretto ed un cane (splendido) al
guinzaglio. Trascorre il tempo libero a fare la guardia al tubone che non sversa (forse) più merdainmare da piazzale Kennedy o sovraintende alle celebrazioni delle
opere del principe Gnassu, dove piazze, fontane, teatri, rocche e castelli
sussurrano tra di loro… mentre su tutti svetta per magnificenza ed investimenti il Borgo
Fortunato dei ristoranti e degli angoli dove si beve vino, si può trasgredire ed imbombarsi
di alcool tutte le sere. Nell’immaginario, gli alpini sono montanari ignoranti e
ubriaconi, sperduti nelle valli, che lavorano nelle officine del nord industriale e votano
la Lega. Sono gli avvinazzati che intervengono con le loro “colonne mobili” di
Protezione civile, quando la Patria o chi ne ha bisogno si trova in braghe di tela. Sono quelli
che in 20 giorni hanno tirato su l’ospedale anti-covid di Bergamo. Sono quelli che sono
intervenuti per primi in occasione del terremoto dell’Aquila. Sono quelli che in armi hanno
operato sotto la naja o da coscritti su tutti i fronti, coprendosi di gloria da dimenticare.
Sono quelli che da professionisti sono andati in Kosovo, in Iraq, in Afghanistan. Sono quelli
che ora sono schierati sotto il comando del ministro della difesa del PD, l’alpino Guerini, sul
confine rumeno per controllare gli sconfinamenti di quel cattivone di Putin. Detto ciò, la
sinistra ha un’occasione d’oro per far pace con il cervello e compattarsi attorno alle
bandiere rosso/arcobaleno. Hanno creato il caso attraverso il tema delle violenze machiste
nei confronti delle donne, perpetrate da quei militaristi degli alpini, in occasione del raduno
di Rimini. Sicuramente a costoro una Rimini imbandierata di tricolori non piace, senza
parlare degli inni e delle mostre che ricordano la nostra storia. Ha dato loro fastidio
che le istituzioni, anche quelle di sinistra (?) che governano Rimini, si siano
riconosciute apertamente nei valori rappresentati dal Corpo degli alpini. La sinistra ha
quindi una occasione mirabile e straordinaria per contestare il governo Draghi e la
maggioranza della quale fanno parte. Possono aprire la sessantottesca discussione dei
professoroni Chicchi/Piccari sul ruolo della NATO, delle forze armate italiane, sul riarmo,
sugli F 35, sull’invio di armi all’Ucraina contro i fratelli della ex madre patria del socialismo. Hanno
una opportunità unica per affermare la superiorità pseudo culturale transgender. Non
serve nascondersi dietro i muli e gli apprezzamenti fatti dagli alpini alle “belle more” in
occasione del raduno. Possono aprire senza se e senza ma, la “CRISI DI GOVERNO”,
mandare super Mario a casa e finalmente … aprire la strada per ANDARE A VOTARE!